Prezzi alle stelle, Milano la più cara, Catanzaro cheap
Con il balzo estivo dell’inflazione (+7,9% a luglio) sono lievitati anche tutti i prezzi, dall’affitto delle abitazioni al pane. Ma il caro vita non cresce e non crescerà nei prossimi mesi allo stesso modo in ogni parte d’Italia. Lo conferma un’indagine del Codacons che ha messo a confronto i prezzi di un paniere di beni e servizi in 17 province italiane.
Come era prevedibile, forse, fare la spesa a Napoli costa la metà che a Milano (75 euro per un ipotetico paniere completo, contro i 116 euro sotto la Madonnina, che è il 17,7% in più della media nazionale). Solo che nella città partenopea la tassa sui rifiuti è la più cara d’Italia (in media 507,96 euro), il 148% in più rispetto a Trento, dove per la Tari si pagano appena 205 euro malgrado per un caffè al bar ci vogliano quasi 50 centesimi in più che a Catanzaro.
Milano peraltro è apparsa qualche giorno fa anche al top della classifica del caro affitti – spesa che gli studenti fuori sede dovranno valutare nello scegliere se come e dove proseguire i loro studi -, con il prezzo di una singola stanza che per la prima volta ha sfondato il tetto dei 600 euro al mese, il 20% in più rispetto all’anno scorso, contro i 465 euro in media a Roma (che non è poco, anche se in compenso il cappuccino nella Capitale è il più cheap di tutti, secondo Codacons). Ma il capoluogo lombardo è seguito a stretto giro, per quanto riguarda i prezzi della spesa, da Aosta, con uno scontrino medio da 110 euro, Genova e Trieste con 107 euro. Dalla parte opposta della classifica, insieme a Napoli ci sono Catanzaro, Palermo e Pescara. E proprio qui, nella provincia del litorale abruzzese, il petto di pollo (8,82 euro al kg) è il più economico d’Italia, ma Pescara vanta anche il primato di provincia più conveniente sul fronte delle tariffe sui servizi.
Per chi ha bisogno di un dentista invece, vale la pena il viaggio da Aosta a Palermo visto che di media nel capoluogo siciliano per «un’otturazione si spendono circa 66 euro, contro i 174 euro» di Aosta. «Una visita privata dal ginecologo costa di meno al sud (80 euro a Napoli, 95 euro a Catanzaro), contro i 155 euro di Trento e Milano», si legge ancora nel rapporto.
In poche parole, si potrebbe pensare che al Nord tutto costa più che al Sud d’Italia. Ma non è proprio così: Torino per esempio è la città dove è meno costoso portare un abito in lavanderia. «Le città del Mezzogiorno continuano ad essere le più convenienti sul fronte dei prezzi al dettaglio, ma la forbice è destinata a ridursi – spiega il Codacons – Gli ultimi dati Istat sull’inflazione vedono infatti Catania, Palermo e Messina tra le province che hanno registrato un maggiore rialzo annuo dei prezzi (rispettivamente +9,9%, +9,8% e +9%) contro una media nazionale del 7,9%».
«Prezzi e tariffe – spiega l’associazione a tutela dei diritti dei consumatori – appaiono tuttavia in continua evoluzione: gli aumenti delle bollette di luce e gas stanno infatti determinando nelle ultime settimane rincari a cascata dei prezzi al dettaglio, a causa dei maggiori costi in capo a imprese e attività che vengono inevitabilmente scaricati sui consumatori attraverso rialzi dei listini».
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