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Pressioni dall’ambasciata ucraina e turca su DocLisboa

Pressioni dall’ambasciata ucraina e turca su DocLisboa

Cinema Il Festival del documentario portoghese ha risposto alle ingerenze riaffermando la propria libertà

Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 13 ottobre 2018

Una lettera firmata dall’ambasciatrice ucraina in Portogallo , Inna Ohnivets, lamenta la presenza nel programma di DocLisboa (18-28 ottobre) di un film, Their Own Republic di Aliona Polunina, che Ohnivets definisce «una manifestazione di appoggio al terrorismo» in quanto segue un battaglione filorusso nel Donetsk . La lettera indirizzata a Isabel Machado, la presidente di Apordoc – associazione portoghese del documentario da cui è nato DocLisboa – richiede quindi che il film venga rimosso dalla programmazione. E il Festival ha ricevuto delle pressioni anche dall’ambasciata turca, che ha chiesto un incontro con la sua direzione in merito ai testi del catalogo riferiti al Focus «Navegar o Eufrates», dove si usano espressioni come «genocidio armeno». L’ambasciata ha chiesto una «compensazione» per «evitare un’offesa al popolo turco».

A queste preoccupanti ingerenze DocLisboa ha risposto con un comunicato che condanna le pressioni e le definisce rivelatrici della convinzione «che un festival cinematografico sia disponibile a riposizionare il proprio discorso o riconsiderare il programma a seconda di interessi politici esterni». Ma, prosegue il comunicato, «Doclisboa è interamente libero e autonomo nella sua programmazione. I nostri unici partner sono entità che rispettano quei valori che noi stessi difendiamo: la democrazia, la libertà di parola e la giustizia».

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