Pressioni dall’ambasciata ucraina e turca su DocLisboa
Cinema Il Festival del documentario portoghese ha risposto alle ingerenze riaffermando la propria libertà
Cinema Il Festival del documentario portoghese ha risposto alle ingerenze riaffermando la propria libertà
Una lettera firmata dall’ambasciatrice ucraina in Portogallo , Inna Ohnivets, lamenta la presenza nel programma di DocLisboa (18-28 ottobre) di un film, Their Own Republic di Aliona Polunina, che Ohnivets definisce «una manifestazione di appoggio al terrorismo» in quanto segue un battaglione filorusso nel Donetsk . La lettera indirizzata a Isabel Machado, la presidente di Apordoc – associazione portoghese del documentario da cui è nato DocLisboa – richiede quindi che il film venga rimosso dalla programmazione. E il Festival ha ricevuto delle pressioni anche dall’ambasciata turca, che ha chiesto un incontro con la sua direzione in merito ai testi del catalogo riferiti al Focus «Navegar o Eufrates», dove si usano espressioni come «genocidio armeno». L’ambasciata ha chiesto una «compensazione» per «evitare un’offesa al popolo turco».
A queste preoccupanti ingerenze DocLisboa ha risposto con un comunicato che condanna le pressioni e le definisce rivelatrici della convinzione «che un festival cinematografico sia disponibile a riposizionare il proprio discorso o riconsiderare il programma a seconda di interessi politici esterni». Ma, prosegue il comunicato, «Doclisboa è interamente libero e autonomo nella sua programmazione. I nostri unici partner sono entità che rispettano quei valori che noi stessi difendiamo: la democrazia, la libertà di parola e la giustizia».
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