Politica

Presidente e Consulta a rischio

L’articolo 21 del disegno di legge costituzionale all’esame del senato modifica l’articolo 83 della Costituzione, eliminando i delegati regionali dal collegio dei grandi elettori del capo dello stato. Prevede inoltre […]

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 19 agosto 2015

L’articolo 21 del disegno di legge costituzionale all’esame del senato modifica l’articolo 83 della Costituzione, eliminando i delegati regionali dal collegio dei grandi elettori del capo dello stato. Prevede inoltre un nuovo sistema di quorum, più rigoroso rispetto a quello originariamente approvato dal senato. Infatti secondo il testo che arriva dalla camera il parlamento in seduta comune elegge il presidente della Repubblica con la maggioranza dei due terzi dei componenti, dal quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza dei tre quinti dell’assemblea e dal settimo in poi dei tre quinti degli aventi diritto. Vista la riduzione dei senatori a 100, dei quali una sessantina saranno agevolmente in quota al primo partito, e vista la nuova legge elettorale che regala al vincitore 340 deputati, anche questa formulazione è considerata poco di garanzia, nel senso che potrebbe portare all’elezione di un presidente scelto da un solo partito o da un solo partito con qualche singolo parlamentare in soccorso. Ragione per cui Sel, Movimento 5 Stelle e minoranza Pd hanno presentato emendamenti per correggere il quorum o allargare la platea dei grandi elettori. Un problema simile si riscontra con l’elezione dei giudici costituzionali, che la camera ha riportato nella competenza delle camere riunite. In questo modo però i 100 senatori avrebbero poche chance di pesare rispetto ai 630 deputati. Il senato è allora orientato e ripristinare la precedente formulazione, in base alla quale palazzo Madama elegge da solo due dei cinque di nomina parlamentare.

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