Europa

«Prendere le impronte ai migranti con più di 6 anni»

Europarlamento In futuro anche ai piccoli rifugiati che hanno più di sei anni potranno essere prese le impronte digitali. A deciderlo è stata ieri la commissione Libertà civili del parlamento europeo […]

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 31 maggio 2017
red. int.BRUXELLES

In futuro anche ai piccoli rifugiati che hanno più di sei anni potranno essere prese le impronte digitali. A deciderlo è stata ieri la commissione Libertà civili del parlamento europeo approvando un emendamento alle modifiche del regolamento Eurodac, il database istituito nel 2013 con le impronte dei richiedenti asilo. Per quanto giustificata con la necessitò di facilitare i ricongiungimenti familiari dei minori stranieri che arrivano da soli in Europa, la misura rappresenta comunque un preoccupante passo indietro rispetto all’attuale regolamentazione, che vieta di prendere le impronte ai ragazzi con meno di 14 anni. L’emendamento, approvato con 35 sì, 10 no e 8 astensioni, stabilisce che le impronte «devono essere prese in modo adeguato da parte di personale che ha ricevuto una formazione sensibile vero i minori» i quali dovranno «essere accompagnati da un adulto responsabile». I dati dei minori di cui si perdono le tracce dopo che sono passati dalle strutture di accoglienza, dovrebbero inoltre essere inseriti nel Sistema operativo di Schengen (Sis) e i minori segnati come persone scomparse. Dovrebbe invece restare in vigore il divieto di detenzione dei piccoli rifugiati, oggi non rispettato solo dall’Ungheria.

La commissione ha anche votato la possibilità per l’Europol di accedere direttamente al database di Eurodac per prevenire attacchi terroristici e crimini comuni. Oltre alle impronte, per gli eurodeputati il sistema dovrebbe rendere possibile anche la ricerca e la comparazione delle immagini facciali e altre dati personali, come il nome e, quando possibile, il numero del documento di identità.

Il 2016 intanto si conferma come l’anno nero per i minori stranieri non accompagnati, almeno stando ai dati forniti ieri dall’Unicef e dal Cnr-Irpps con il rapporto «Sperduti. Storie di minorenni arrivati soli in Italia». Sono stati 28.223 quelli sbarcati nel nostro paese e di questi ben 6.508 risultavano irreperibili alla fine di novembre (nel 2012 sono stati 1.754). Il 92% dei minori sbarcati nel 2016 sono stati identificati. Al mese di ottobre dello stesso anno i minori stranieri non accompagnati che hanno presentato domanda di asilo in Italia sono stati 4.168, ovvero il 48,3% del totale dei minorenni (accompagnati e non) e il 4,2% del totale dei richiedenti asilo (adulti e minori). «I primi dati del 2017 ci dicono che il trend e’ in aumento» ha affermato il direttore generale dell’Unicef Paolo Rozera. «Un minore straniero che viene in Italia ha gli stessi diritti di un minore italiano e quindi va seguito dal suo primo arrivo. I ragazzi che vengono da noi devono trovare un sistema che funzioni perché se c’e’ un sistema che non funziona, che non dà loro certezze, preferiscono rendersi irreperibili o invisibili».

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