Un incontro intimo tra musica e danza dal vivo: è Préludes di Massimo Moricone presentato al Teatro Comunale di Modena questa settimana. In scena tre danzatori, Anbeta Toromani, Alessandro Macario e Amilcar Moret Gonzales, e una musicista al pianoforte, Costanza Principe. Un viaggio sentimentale tra Chopin, Debussy, Rachmaninov e Bach, dedicato alla memoria del coreografo e maître de ballet Evgenij Polyakov. Inizia con una visione surreale sui Preludi op. 28 di Chopin: Macario scende in scena dall’alto su un’altalena, Gonzales legge a terra una lettera che lascerà poi sul pianoforte (Preludio n.2). Ogni preludio è uno schizzo, una traccia di colore che respira per pochi minuti prima di sparire. Gonzales e Macario si scambiano le parti nei preludi 4 e 21 tra assoli e passi a due, fino al crollo repentino di una lunga corda sulla destra che anticipa l’arrivo di Anbeta Toromani in tutù bianco e punte.

In scena tre danzatori, Anbeta Toromani, Alessandro Macario e Amilcar Moret Gonzales, e una musicista al pianoforte, Costanza Principe. Un viaggio sentimentale tra Chopin, Debussy, Rachmaninov e Bach

DAL PRELUDIO 15 attraverso il 6, 7 e 13, entrano in scena tematiche nuove: Toromani sfiora con sentito mood La morte del cigno di Anna Pavlova, con pas de bourrée sulle punte e braccia in liquido movimento. Rivive nella danzatrice anche il contrasto tra il bianco e il nero del Lago dei cigni, la sua duplicità ambigua, un nostalgico viaggio dentro ciò che Chopin suggerisce danzato nella forma coreografica mobile del passo a tre. Costanza Principe regala al pubblico, sola, Preludi dal libro I da La Cathédral Engloutie di Debussy, seguito da quel Prélude à l’Après-midi d’un faune (sempre Debussy) che ispirò a Vaslav Nijinsky uno dei pezzi coreografici più rivoluzionari di inizio Novecento.

MORICONE ne fa un passo a due tra Toromani e Macario, in cui sensualità e desiderio non giocano intorno alla sciarpa della ninfa come nell’originale, ma su altissime scarpe con tacco. Plauso al coinvolgente Rachmaninov (Preludio in do diesis minore op. 3 n. 2) di Costanza Principe, giocato da Moricone al maschile, un passo a due danzato in parallelo, a specchio, in opposizione o unisono, in cui è il torso a essere parlante. Chiusura con la Ciaccona dalla Partita n. 2 in re minore per violino di Bach nella trascrizione pianistica di Busoni. Moricone riprende la forma del passo a tre con partnership che si scompongono e rinascono passando dal trio.
Una scrittura coreografica in cui neoclassico e contemporaneità si intrecciano con fluidità della linea: un vissuto che nella musica di Principe trova il suo quarto partner.