Dentro una ombrosa cripta, al centro di Firenze, si sono arenati un titanico scheletro di capodoglio e uno squalo tigre, che incute rispetto per la sua stazza. Provengono da abissi lontani, che contano duecento anni di vita. D’improvviso, un vorticoso affastellarsi di ricordi comincia a riempire quella stanza segreta del museo Marino Marini che li ospita a Firenze: dal gigante letterario impersonato dal «corpo bianco» di Moby Dick al cetaceo spiaggiato presso l’Arsenale di Venezia (opera del francese Loris Gréaud) fino al predatore in formaldeide di Damien Hirst, la carcassa bestiale più pagata della storia dell’arte. Il primo esemplare, l’artista...