Precarie dei nidi, protesta a oltranza
Roma Le lavoratrici degli asili chiedono al sindaco Marino di annullare i bandi per il reperimento di personale a tempo determinato: "Rischiamo di essere escluse dopo anni di servizio"
Roma Le lavoratrici degli asili chiedono al sindaco Marino di annullare i bandi per il reperimento di personale a tempo determinato: "Rischiamo di essere escluse dopo anni di servizio"
Protesta ad oltranza delle lavoratrici precarie dei nidi e delle scuole dell’infanzia di Roma. Al sindaco di Roma Ignazio Marino chiedono l’annullamento di due bandi per il reperimento di personale a tempo determinato che «sanciscono la non possibilità di poter avere dei contratti per tutto il personale che ha già lavorato per 36 mesi per l’amministrazione e si tratta di circa 5 mila persone».
Ieri hanno manifestato in piazza del Campidoglio dove hanno esposto lo striscione: «Tagli, precariato e privatizzazioni ecco i nidi in liquidazione», sventolando le bandiere dell’Unione sindacale di base (Usb). «Tra pochi giorni inizia il nuovo anno scolastico ed ancora non si sa se il personale supplente sarà utilizzabile o si aprirà la più grande crisi occupazionale che il Comune di Roma abbia mai conosciuto», affermano Andrea Catarci, Presidente del Municipio Roma VIII e Paola Angelucci, assessora alla Scuola del Municipio Roma VIII.
Il neo-assessore alla scuola di Roma Capitale, Marco Rossi Doria, incontrerà i sindacati lunedì 31 agosto per affrontare l’emergenza dei docenti con oltre i 36 mesi di servizio che una sentenza della Corte europea di Strasburgo obbliga di assumere. «Mi sto occupando ogni ora, in questi giorni di emergenza, delle educatrici e maestre comunali che hanno un trattamento iniquamente diverso dalle colleghe statali e rischiano di rimanere fuori dal lavoro», ha assicurato su Facebook Rossi Doria.
La richiesta del gruppo di Sel in Campidoglio è ottenere una «deroga alla direttiva europea che impone il limite dei 36 mesi come previsto per le insegnanti della scuola nazionale». Limite che taglia fuori dai nuovi bandi «circa 5 mila educatrici e insegnanti».
Il Codacons ha annunciato di volere impugnare davanti al Tar del Lazio i bandi incriminati.
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