«Per noi texani, i Power Trip sono i nostri Metallica, i nostri Slayer. Ci vantiamo di loro, ne siamo orgogliosi». Bastano le parole di questo tweet scovato online a riassumere l’importanza che ha la band di Dallas, per gli idolatranti conterranei e per i molti appassionati metalheads in giro per il mondo. E per questo ha colpito tutti la morte improvvisa del frontman Riley Gale, nel 2020, a soli 34 anni, a causa di un’overdose da fentanyl, la nuova dipendenza in spaventosa espansione non solo negli Stati uniti.

Perché il segno che hanno già lasciato i Power Trip, in due soli dischi, nominati anche ai Grammy per la migliore performance metal, è rilevantissimo: hanno solide radici nel thrash metal, con influenze hardcore, crossover, un groove trascinante e un’energia rabbiosa. Il concerto al Neumos di Seattle, ripubblicato da Southern Lord (dopo una prima edizione del 2020), testimonia l’impatto formidabile dei Power Trip dal vivo. Il rammarico di non averli visti live è grande, ma la band non si è sciolta, e sta ancora decidendo come continuare dopo la perdita di Gale. Per ora, il concerto di Seattle vuole onorarne un’ultima volta la memoria.