Lavoro

Poste, nuovi scioperi contro il piano industriale

Poste, nuovi scioperi contro il piano industrialeAddetti allo smistamento di Poste Italiane

Non c'è posta per te Il piano "Delivery 2022" di Poste Italiane continua a fare acqua, da oggi i sindacati di base avviano il blocco degli straordinari e delle prestazioni aggiuntive, fino allo sciopero nazionale del 3 giugno prossimo. "Ci scusiamo per i disagi, ma non si può andare avanti così". Anche l'Slc Cgil denuncia: addetti "invitati" a lavorare il 25 Aprile e il Primo Maggio.

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 4 maggio 2019

I disagi per i cittadini li preoccupano, ma in queste condizioni i lavoratori non possono più andare avanti. Perché la tanto pubblicizzata ‘riorganizzazione’ di Poste Italiane – il piano industriale “Delivery 2022” – si sta rivelando un disastro. Così tutti i sindacati di base hanno deciso di avviare una mobilitazione a partire da oggi, con il blocco degli straordinari e delle prestazioni aggiuntive. Una protesta che il 3 giugno culminerà in uno sciopero nazionale, con manifestazione a Roma sotto il quartier generale dell’azienda in viale Europa. Invitati anche i sindaci, specialmente quelli dei comuni piccoli e lontani dalle grandi città, che spinti dai loro concittadini si stanno opponendo da mesi ai piani di Poste, con ricorsi al Tar e all’autorità giudiziaria per interruzione di pubblico servizio.
“I risultati del recapito ‘a giorni alterni’ sono sotto gli occhi di tutti; flessibilità insostenibile, taglio di posti di lavoro e un pessimo servizio offerto agli utenti”, sottolinea Edoardo Todaro, delegato dei Cobas con 35 anni di lavoro nel recapito nell’area fiorentina. “La fotografia del servizio postale odierno è quella di quotidiani in abbonamento che arrivano una volta ogni tre giorni, settimanali che giungono a destinazione ben dopo l’uscita, avvisi di pagamento e bollette messi in cassetta anche oltre la scadenza”.
Se i cittadini si lamentano, per i lavoratori è la situazione è ancora peggiore, stressati da una quotidianità frenetica, appesantita dalle ultime attività accessorie come la compilazione delle comunicazioni di avviso di deposito, le altre notifiche, e i prodotti di ‘posta interactive’ (Aruba, Coop Voce, Vodafone, Namiral, Postemobile, ecc.). “Subiamo molte pressioni perché per l’azienda il nostro mese di sciopero sarà un guaio – spiega ancora Todaro – eppure le adesioni alla mobilitazione di questo mese di maggio continuano a crescere”. Anche perché il piano industriale, ribadiscono i sindacati di base, porterà in tre anni al taglio di 10mila posti di lavoro, con pensionati e pre-pensionati che saranno tre volte tanto i nuovi assunti.
Come effetto diretto della situazione, anche l’ “invito” dell’azienda ad andare a lavorare il 25 Aprile e il Primo Maggio, come denunciato dalla Slc Cgil con Nicola Di Ceglie e dallo stesso numero due del sindacato confederale Vincenzo Colla: “L’ ‘invito’ ha riguardato sia lavoratori a tempo indeterminato che determinato – spiegano – una situazione mai verificatasi in precedenza, né tanto meno prevista dal contratto di lavoro e dagli accordi fra l’azienda e i sindacati. Per giunta i lavoratori hanno compiuto il servizio privi del supporto dei loro responsabili, e in uno stato di assoluto abbandono organizzativo”.

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