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Porto Torres, il tonfo del Pd che non risponde alla crisi

Porto Torres, il tonfo del Pd che non risponde alla crisiSean Wheeler, neosindaco di Porto Torres

Sardegna Analisi del voto amministrativo nell'isola. Nel sassarese come a Nuoro punite le scelte del notabilato locale che si è vestito con i panni del renzismo

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 19 giugno 2015

In Sardegna dai ballottaggi per le elezioni comunali il Pd è uscito con le ossa rotte. A Nuoro una coalizione di liste civiche di centrosinistra e autonomiste guidate da Andrea Soddu, un avvocato senza esperienza politica e amministrativa, ha sconfitto con largo margine il sindaco Pd uscente, Alessandro Bianchi (68,3% contro 32,4); a Porto Torres i Stelle hanno stracciato, con il loro candidato Sean Wheeler, il dem Luciano Mura (72,4 % contro 27,2); a Sestu, centro dell’hinterland cagliaritano, a passare è stato addirittura il centro destra, che ha strappato l’amministrazione al centrosinistra.

I motivi del disastro? Partiamo da Nuoro. Al primo turno Bianchi aveva prevalso su Soddu: 29,9% contro 21,4. Se al ballottaggio Bianchi è salito di appena due punti e mezzo e Soddu dal 21,4 è passato al 68,3% è perché sullo sfidante del sindaco uscente si è spostata una buona parte dei voti delle altre liste che avevano partecipato al primo turno: M5S con il suo 12%, Prima Nuoro e Idea Comune (due liste di centro, rispettivamente 11,5 e 8,6%) e il centrodestra con il 16,5. Il fatto è che Bianchi è stato imposto dal Pd con un atto di forza. Di fronte a un vasto fronte interno ed esterno al partito che chiedeva le primarie, il Pd nuorese e la segreteria regionale hanno fatto quadrato intorno al primo cittadino uscente. Bianchi era il candidato gradito all’attuale maggioranza del Pd sardo, guidata dal segretario Renato Soru: una maggioranza renziana, ma fatta di renziani che sino al giorno prima della vittoria del rottamatore contro Cuperlo erano fedelissimi di Bersani e Letta. Ai due leader Pd sconfitti da Renzi facevano riferimento, rispettivamente, quelli che oggi sono i due veri uomini forti del Pd sardo: Antonello Cabras e Paolo Fadda. A Nuoro è stata bocciata la scelta imposta da un notabilato Pd passato attraverso molte stagioni politiche (Cabras, oggi presidente della Fondazione della più importante Banca sarda, il Banco di Sardegna, è stato un dirigente di spicco del Psi; Fadda, che controlla attraverso un uomo a lui vicino, Cristiano Erriu, l’assessorato all’Urbanistica, nodo centrale del potere in Sardegna, era il leader sardo della Margherita rutelliana). Un atto di rottura, quello compiuto dagli elettori nuoresi, che segnala una forte insofferenza per un sistema di gestione del potere che da almeno tre decenni, si è chiuso in un’autoreferenzialità che gli impedisce di cogliere le domande nuove che salgono dai territori e il disagio crescente di una regione attanagliata da una crisi economica e da un’emergenza sociale gravissime.

Non diversi da quelli nuoresi i motivi della sconfitta a Porto Torres. Anche Mura, il candidato Pd sconfitto – sceso nel ballottaggio dal 30% al 27,2 – è espressione della stessa eterna nomenklatura – prima Ds, poi Pd e ora renziana – che a Nuoro ha scelto Bianchi. Il 72,4% raccolto dal candidato grillino è il risultato della rivolta di una città intera contro un blocco di potere che ha portato Porto Torres sull’orlo baratro. E’ in crisi irreversibile il polo petrolchimico, che dagli anni ’60 a oggi ha devastato e avvelenato un territorio che aveva, invece, una straordinaria vocazione agricola e turistica (è in corso un’inchiesta della procura di Sassari per disastro ambientale che coinvolge alcuni dirigenti della multinazionale Endesa). Alla crisi, che ha prodotto tassi di disoccupazione drammatica, il vecchio notabilato vestito a nuovo con i panni del renzismo non è capace di proporre alternative credibili. Gestisce l’esistente: chiede bonifiche dopo anni di disastro ecologico lasciato passare sotto silenzio, ma rispetto al petrolchimico non sa indicare possibilità differenti.

Wheeler ha vinto perché lui il coraggio di proporre altre strade lo ha avuto. Contro Mura in giacca e cravatta, l’M5S ha schierato un insegnante precario italo americano ambientalista, pacifista e appassionato di surf, che con un look rigorosamente hippie ha fatto campagna elettorale andando in giro in bici. A gente stanca e incazzata Wheeler ha detto che più che sulla fabbrica dei veleni – che a ha portato il tasso di morti per tumore a un livello tre volte superiore alla media nazionale – vuole puntare sul parco naturale dell’Asinara. E ha sbancato.

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