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Portafogli vuoti e valzer di panchine: Conte lascia l’Inter

Portafogli vuoti e valzer di panchine: Conte lascia l’Inter

Calcio A pochi giorni dalla fine del campionato, molte squadre di A alle prese con i cambi degli allenatori e pesanti ristrettezze economiche. Il trainer nerazzurro rescinde consensualmente, Allegri vicino al ritorno in casa Juve

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 27 maggio 2021

Allenatori, calciatori, dirigenti. La Serie A a pochi giorni dalla fine ha messo già in piedi un giro vorticoso, con caselle lasciate libere nei grandi club, trattative fallite e sorprese dietro l’angolo. La parola d’ordine per tutti è tagliare. Tagliare i costi, ridimensionare. Il detonatore è stato ovviamente il Covid-19, che ha rafforzato l’indebitamento di tante società italiane ed europee. Alcune si sono rivolte a istituti di credito famosi (Barcellona a Goldman Sachs, 500 milioni di euro) per scovare liquidità, pagare i debiti, iscriversi ai campionati. E i conti in rosso portano il primo addio doc: Antonio Conte lascia l’Inter scudettata. Risoluzione consensuale, Conte non ha accettato il programma di rientro dei costi della dirigenza interista, compresa la sforbiciata al suo compenso da 12 milioni di euro. E mentre l’Inter cerca il sostituto (Allegri, Sarri, Mihajlovic, Simone Inzaghi è il quartetto dei candidati), sempre per una questione di conti, commissione record e un ingaggio rifiutato da dieci milioni di euro, Donnarumma lascia il Milan, a parametro zero, come ammesso da Paolo Maldini, capo dell’area tecnica rossonera. Insomma, è una pagina nuova del calcio italiano. Lo impone la Figc che concede ai club più tempo per saldare gli stipendi arretrati in cambio di una norma che impedirà alle società di fare debiti per il calciomercato. E quindi, si usa la cesoia.

E SE L’INTER rischia di perdere almeno una delle sue colonne (Lukaku è cercato in Premier League, dove c’è ancora moneta, ma non tantissima) nel suo percorso di autofinanziamento, il dimensionamento sta avvenendo alla Juventus, qualificata in extremis per la Champions League, ma che deve fare i conti con i debiti (-350 milioni di euro), con l’ingaggio di Ronaldo (31 milioni) e con la volontà della famiglia Elkann di rivedere l’assetto del club. E’ infatti ufficiale l’addio di Fabio Paratici, dirigente bianconero dei nove scudetti, in bilico da mesi per il suo coinvolgimento diretto nell’inchiesta di Perugia sulla prova farsa di italiano all’Università degli stranieri per la concessione della cittadinanza all’attaccante Luis Suarez, che vede implicata anche la Juventus, interessata al tesseramento del sudamericano. Paratici è indagato, Andrea Agnelli (ascoltato dai magistrati ma non nel registro degli indagati), ha spiegato che il mercato, quindi l’affare Suarez, era di sola pertinenza di Paratici.

DUNQUE, IN ATTESA di sviluppi da Perugia, Paratici è stato liquidato e presto alla Juve potrebbe toccare a Nedved. In attesa poi della decisione dell’Uefa sulla società bianconera – assieme a Real Madrid e Barcellona – in merito all’adesione alla carbonara Superlega. L’Uefa ha fatto sapere che il procedimento contro i tre club disertori è stato aperto, non sono escluse sanzioni esemplari. La Juve lavora intanto sul nuovo allenatore: Pirlo in uscita, la scelta (tra Zidane e Allegri) sarà l’innesco di un vortice di panchine, anche se a Napoli, dopo l’addio tra De Laurentiis e Gattuso, dovrebbe arrivare a breve Luciano Spalletti.

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