Italia

Ponti nel tritacarne mediatico per le analisi «double face»

Torino-Lione Polemiche contro il tecnico capo della Commissione ministeriale

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 9 marzo 2019

Pietra dello scandalo, la valutazione costi benefici prodotta dall’équipe del già docente del Politecnico di Milano, Marco Ponti, è finita nel tritacarne mediatico più di quanto già non lo fosse.

Ad oggi non sono stati prodotti dati alternativi efficaci in grado di confutare il lavoro del prof. Ponti: in generale i critici attaccano il metodo utilizzato che conteggia come costi i mancati introiti del trasporto autostradale, qualora il Tav fosse completato. Oppure la sottovalutazione dei benefici ambientali sul piano economico.

Ieri però si è scoperto che la Trt, società di consulenza Marco Ponti, ha prodotto uno studio per l’Unione Europea centrato sulle ripercussioni ambientali e occupazionali dell’intero corridoio Ten- T, di cui la Torino–Lione sarebbe una sezione. La ricerca, che non coinvolge i tecnici che hanno redatto la valutazione costi benefici commissionata dal ministero delle Infrastrutture, elenca solo i benefici dell’intera rete ad alta velocità europea. Si tratta quindi, come sottolinea lo stesso Marco Ponti, di uno strumento metodologicamente diverso, dato che non prevede la quantificazioni dei costi, né delle esternalità negative, siano essere economiche o ambientali.

Nella ricerca prodotta per la Commissione Europea si possono trovare, ad esempio, i posti di lavoro che verrebbero generati: circa 153 mila in Italia, Spagna e Portogallo. E vi sarebbe una crescita dell’1,6% nel 2030 del Pil, rispetto a uno scenario in cui si decide di non investire nel progetto. Le cifre riportate, in generale, mettono in luce uno scenario ottimistico al limite dell’utopico: ad esempio ventisei milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica verrebbero «risparmiate» nel settore dei trasporti solo con l’implementazione della rete centrale. «Ho fatto analisi per Ocse, Commissione europea, banca mondiale, credo di non essere uno schiavo di Toninelli», ha affermato ancora Ponti difendendo il proprio lavoro.

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