Ponte Morandi, «Aspi aveva messo in conto il rischio del crollo»
Il ponte Morandi subito dopo il crollo – Ansa
Italia

Ponte Morandi, «Aspi aveva messo in conto il rischio del crollo»

L'inchiesta sul disastro del 14 agosto 2018 Negli avvisi di conclusione indagini formalizzati dalla procura di Genova a 69 tra tecnici e dirigenti di Autostrade - tra cui l’ex ad Castellucci - e della controllata Spea, accuse pesantissime: dal disastro colposo all’omicidio stradale
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 23 aprile 2021
I controlli sulle pile? Fatti con i binocoli. Il monitoraggio tramite sensori? Tranciato nel 2016 e mai sostituito. E «tra l’inaugurazione del 1967 e il 14 agosto 2018 non è stato eseguito il benché minimo intervento manutentivo di rinforzo sugli stralli della pila 9». Quella venuta giù insieme al ponte Morandi, provocando la morte di 43 persone e danni incalcolabili per Genova e il Nord Ovest. Eppure il rischio crollo Aspi lo aveva messo in conto. Tanto da «elevare il massimale assicurativo relativo al viadotto Polcevera, dal 2016, da 100 a 300 milioni di euro». Negli avvisi di conclusione indagini...
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