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Pompeo: «Attacchi informatici russi». Trump: «Non è vero, è colpa della Cina»

Pompeo: «Attacchi informatici russi». Trump: «Non è vero, è colpa della Cina»

Divergenze alla Casa bianca Per The Donald è la dimostrazione che anche il voto era truccato: «Ho vinto alla grande»

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 20 dicembre 2020

A una settimana dal cyberattacco alle agenzie governative Usa e alle aziende del settore privato internazionale, qualcuno nell’amministrazione Trump ha finalmente rotto il silenzio: il Segretario di Stato Mike Pompeo.

“È abbastanza chiaro che c’è la Russia dietro l’attacco informatico che ha colpito il governo americano e il settore privato degli Stati Uniti. È una massiccia operazione di spionaggio”, ha detto durante un’intervista radiofonica. Poche ore dopo Donald Trump su Twitter lo ha smentito, ed ha scritto: “Il cyber attacco è più grande nelle Fake news di quanto non lo sia nella realtà. Sono stato informato ed è tutto sotto controllo. Russia, Russia, Russia è il canto che si leva quando accade qualsiasi cosa perché i media sono pietrificati dal valutare la possibilità che possa essere stata la Cina (e potrebbe esserlo)”.

The Donald ne ha approfittato anche per ipotizzare pubblicamente ma senza alcuna prova, che gli attacchi potrebbero anche aver incluso “un colpo alle nostre ridicole macchine per il voto durante le elezioni, visti che è ora ovvio che ho vinto alla grande”.

Non è sorprendente che ha rompere il silenzio sia stato proprio Pimpeo visto che il Dipartimento di Stato fa parte della lista di agenzie federali che sono coinvolte nel cyberattacchi, e le sue dichiarazioni arrivano mentre si sta cercando di capire la portata di queste violazioni, come i russi siano riusciti a portarle a termine senza essere scoperti per mesi, e come prevenirene di futuri e di questa portata.

Ciò che spaventa maggiormente è la vastità di questa operazione di spionaggio che coinvolge anche il Dipartinento dell’Energia, incaricato di proteggere la gestione delle armi nucleari.

Pompeo non ha fornito dettagli sull’accusa ai russi, ma ha detto che le indagini sull’attacco stanno priseguendo e che molte delle informazioni a riguardo non potranno essere rese pubbliche per ragioni di sicurezza.

Le intrusioni nelle agenzie federali sono state rivelate per la prima volta lo scorso fine settimana e da allora ogni giorno si è allungata la lista delle agenzie coinvolte.  Oltre al Dipartimento di Stato e dell’Energia, l’elenco include finora i Dipartimenti del Tesoro, della Sicurezza Nazionale, e del Commercio, nonché il National Institutes of Health.

Le osservazioni di Pompeo sono sembrate quasi incidentali in un’intervista dedicata principalmente alla Cina e disolito non è così che un’amministrazione attribuisce a un altro governo la colpa ufficiale di un’operazione di spionaggio, oltee a ciò chiaramente Pompeo  non aveva coordinato le sue osservazioni con la Casa Bianca, mentre i portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale non rispondono alle richieste di commento dei media Usa.

Pompeo non ha specificato nemmeno quale ramo del governo russo abbia condotto la campagna, ma i funzionari statunitensi hanno dichiarato in privato di ritenere che sia stato il servizio di intelligence SVR, Služba vnešnej razvedki, che ha competenza per le attività all’estero

Mosca in risposta ha negato il coinvolgimento, sostenendo che la Russia non compie cyberattacchi.

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