Polizia e Pd in tandem. Contro i No Tav
Torino Caschi blu e pettorine rosse: un servizio d’ordine arcigno divide lo spezzone sociale dai democrat
Torino Caschi blu e pettorine rosse: un servizio d’ordine arcigno divide lo spezzone sociale dai democrat
Colpevoli i No Tav e i centri sociali. E’ stato molto semplice trovare quali capri espiatori del pessimo Primo maggio torinese due categorie facilmente etichettabili come «antagoniste» del sistema. Una categorizzazione che sorvola sulla reale composizione dello spezzone sociale che ha monopolizzato quantitativamente il corteo del Primo maggio. I No Tav probabilmente erano un’esigua minoranza rispetto ai disoccupati, sfrattati, poveri, emarginati, migranti: tutte persone che verso la lotta della Val Susa possono nutrire simpatia, forse e sicuramente non tutte, ma che giovedì erano mossi da ben altre impellenze materiali. Per dare un ordine di grandezza alla presenza dei nuovi nemici pubblici dell’Italia: le bandiere presenti nel corteo erano al massimo trenta. Ma ufficialmente gli scontri li hanno fatti i No Tav dei centri sociali.
Come capita ormai da molto tempo. Da tre anni il Primo maggio rappresenta un momento in cui regolare antichi conti lungo il percorso che va da Piazza Vittorio a Piazza san Carlo. La prima volta fu nel 2011, quando duri scontri e contestazioni punteggiarono i due chilometri di marcia percorsi dai manifestanti. La conflittualità tra spezzone sociale da una parte e Partito Democratico dall’altra nel tempo si è acuita con l’aggravarsi della crisi economica che stringe la città come un cappio. Giovedì mattina, l’organizzazione ha avuto la brillante idea di mettere le due parti una di fronte all’altra, separate da un arcigno servizio d’ordine, un binomio composto da poliziotti e servizio d’ordine del partito. Un cordone di tute blu, le forze dell’ordine, e pettorine rosse, servizio d’ordine Pd, ha semi circondato centri sociali e pezzi della sinistra istituzionale. E infatti dopo un serie di scambi verbali è arrivato il contatto, con sedie dei bar lanciante, manganellate, calci, spintoni, tre fermi e ed un arresto. Diversi i feriti. Festa rovinata all’inizio della mattinata, impossibile recuperare. Il resto della giornata è quindi proseguito nel solco. Da una parte un veloce galoppo di istituzioni e sindacati verso l’agognata Piazza San Carlo dove fare un veloce comizio conclusivo. Dall’altra l’inseguimento di parti dello spezzone sociale decisi a bloccare tutto. Il tutto costellato da nuovi scontri, ragazzi trascinati a forza dentro le camionette, insulti e rabbia.
Unica nota positiva la corposa presenza della sinistra riunita sotto il simbolo di Tsipras. Oltre mille persone si sono incolonnate dietro lo striscione «Prima il lavoro e la solidarietà, no all’austerity». Tra questi Nicoletta Dosio, candidata alle elezioni europee, ha commentato: «Manganellate a freddo, per sostenere la provocazione del partito dei padroni, quello che rivendica il Tav e le grandi male opere, la svendita dei diritti dei lavoratori, la repressione contro chi non si piega. Manganellate per impedire alla Torino degna dei suoi morti partigiani e operai di riprendere la piazza del Primo maggio indegnamente occupata dai sindacati dei padroni e dal partito trasversale delle banche e degli affari».
Impressionato dalla violenza delle forze dell’ordine anche Marco Revelli che ha sottolineato: «La lista Tsipras rappresenta l’unica novità di questi tempi recenti e lo dimostra la grande partecipazione della sinistra, finalmente riunita».
Dopo un frettoloso saluto delle autorità lo spezzone sociale si è impossessato del palco e da qui diversi interventi, tutti incardinati sul malessere sociale che dilaga in città, si sono succeduti.
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