È un’operazione simile e diversa da quelle di cui già abbiamo parlato in queste pagine, Emidio Clementi e Corrado Nuccini traspongono la lingua scritta in musica e interpretazione. Un modo per accedere anche a testi letterari normalmente reputati meno addomesticabili, come il duo già aveva egregiamente compiuto con Quattro Quartetti di T.S. Eliot (2017) o Notturno Americano, di Emanuel Carnevali (2015), questa volta l’approccio poetico drammaturgico di Mimì e Nuccini si confronta con un altro grande, lo scrittore, attore e sceneggiatore Sam Shepard, con uno dei suoi capolavori, Motel Chronicles, un mosaico autobiografico. Il disco omonimo firmato dall’etichetta 42 Records, come nei due precedenti della trilogia ci porta negli Stati uniti, l’inconfondibile voce del cantante dei Massimo Volume accarezza e veicola le parole del premio Pulitzer per il teatro 1979, mentre la musica orchestrata amplifica e stringe il campo in base all’esigenza narrativa.Negli Stati uniti più profondi, quelli del Midwest, si dispiegano sotto lo spoken word, le note di archi, fiati e cori intrecciati da Nuccini (già chitarra e voce dei Giardini di Mirò) che palpitano di esistenza scavata, inquieta dura vita perduta che attraverso il racconto musicale assume un senso eroico e lirico celebrato in una desolata stanza d’albergo.

L’IMMAGINARIO americano prende corpo a piccoli passi, tenui frammenti descrittivi, rapide azioni, poesie, racconti brevi, la voce narrante ricorda quella volta che portò il ghiaccio a Nina Simone, la malinconia assordante del vuoto, donne e uomini fermi su spiazzi deserti nel loro interminabile vagabondare. Gli Stati uniti più profondi, quelli del Midwest, si dispiegano sotto lo spoken word, le note di archi, fiati e cori intrecciati da Nuccini (già chitarra e voce dei Giardini di Mirò) che palpitano di esistenza scavata, inquieta dura vita perduta che attraverso il racconto musicale assume un senso eroico e lirico celebrato in una desolata stanza d’albergo. In questo album musica e letteratura si ibridano con continuità, mostrando sotto una luce radiosa l’opera di Sherpard, destrutturando e fondendo i due linguaggi, Nuccini e Clementi con un minimalismo catartico ci consegnano il realismo dei quadri di Edward Hopper: «Le strade erano un blocco di mattoni, affollate di messicani a zonzo sulle loro Maverick. In cerca di un motel era rimasto intrappolato nel traffico». Dodici pezzi corali, eleganti ed evocativi, a cui contribuiscono anche Francesca Bono, Emanuele Reverberi, Stefano Pilia, Fabio Rondanini, Laura Agnusdei, Francesca Baccolini, Jonathan Clancy, Zois e la sezione d’archi Concordanze, la produzione è a cura di Giacomo Fiorenza, per un disco che paradossalmente fa bene anche e soprattutto alla letteratura.