Pnrr, un altro ritardo di un mese per la terza tranche da 19 miliardi
Il caso Verifiche su tre misure, ma per Palazzo Chigi la Commissione Ue apprezza. Per i sindaci Anci quello di Bruxelles è "un dietrofront grave e immotivato". Per i Verdi-Sinistra "non è convinta"
Il caso Verifiche su tre misure, ma per Palazzo Chigi la Commissione Ue apprezza. Per i sindaci Anci quello di Bruxelles è "un dietrofront grave e immotivato". Per i Verdi-Sinistra "non è convinta"
Secondo rinvio in un mese per la terza tranche del «Piano di ripresa e resilienza» (Pnrr) da parte della Commissione Europea. È una conferma delle difficoltà che il piano della provvidenza al quale le classi dirigenti hanno affidato la sorte degli investimenti sta scivolando nel pantano. Una decisione che aumenta il nervosismo tra Meloni & Co. a poche ore dalla presentazione ufficiale della relazione in cui la Corte dei Conti aggiornerà i dati sul Pnrr. Solo alla fine dello scorso anno era stato speso solo il 6% delle risorse complessive, con gravi ritardi rispetto al cronoprogramma scritto da Draghi e dai suoi nel 2021. L’allarme è stato lanciato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha invitato a «mettersi alla stanga».
La situazione è preoccupante a tal punto che il commissario Ue per l’Economia Paolo Gentiloni, in accordo con il ministro delegato alla gestione del problema (Raffaele Fitto), ha deciso un supplemento di istruttoria su tre misure avrebbero dovuto essere portate a casa entro dicembre scorso. Il loro valore è pari a 19 miliardi del Pnrr. Nel pulviscolo di opere pubbliche contenute nel piano all’attenzione ci sono concessioni aeroportuali, le reti di teleriscaldamento e due progetti all’interno dei «Piani Urbani Integrati» sulla riqualificazione dello stadio di Firenze e sulla creazione del «Bosco dello Sport» a Venezia.
«Sul Bosco dello Sport di Venezia abbiamo contestato la fattibilità. 285.500.000 di euro finalizzati a costruire una inutile cittadella della Sport a Tessera, un progetto che nulla a che vedere con i piani di recupero urbano delle periferie di cui parla il Pnrr. Invieremo al commissario Gentiloni i nostri dossier» ha detto Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera secondo la quale «la Commissione Ue non è convinta».
Antonio De Caro, presidente dei sindaci dell’Anci e sindaco di Bari, si è invece detto “sbigottito” per «le notizie diffuse da palazzo Chigi». «Non c’è alcuna motivazione possibile che possa giustificare la valutazione negativa dei progetti dei comuni e delle città metropolitane di Firenze e di Venezia che rientrano nei Piani urbani integrati». «Non comprendiamo la ratio di questo dietrofront della Commissione – ha aggiunto il presidente dell’Anci – dopo che era stata già valutata la piena ammissibilità del finanziamento di due progetti strategici e di grande utilità per i cittadini di quei territori. Ci auguriamo che la Commissione europea, nella sua interlocuzione con il governo italiano, voglia quanto prima rivedere la propria posizione. Se si definanziano progetti come questi, peraltro con gare aperte e aggiudicazioni in corso, i sindaci non potranno restare in silenzio: non esiteremo a difendere queste scelte davanti ai cittadini».
Per il governo la decisione è legata sia al numero sia alla complessità dei 55 «milestones e target». L’esecutivo si è compiaciuto per l’«apprezzamento per tutte le azioni intraprese che hanno già consentito di attestare significativi progressi verso il positivo raggiungimento di quasi tutti gli obiettivi fissati». L’Italia ha ottenuto 66 miliardi nelle prime due tranche e dopo la terza dovrà proseguire la corsa del criceto raggiungendo «20 milestones e 7 target» entro la fine di giugno per ottenere i 16 miliardi della quarta tranche.
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