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Più di mille i nuovi positivi. Tamponi ai massimi storici

Più di mille i nuovi positivi. Tamponi ai massimi storiciTamponi al rientro delle vacanze – Ap

Il punto dell'epidemia I casi attuali sono in gran parte giovani (30 anni di media). Al 60% sono asintomatici. Boom di casi nel Lazio, superata la Lombardia

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 23 agosto 2020

I nuovi casi positivi tornano sopra quota mille – 1071 per la precisione – ma i decessi registrati in 24 ore sono solo tre. Si conferma che i casi attuali sono in gran parte giovani (30 anni di media), al 60% asintomatici e al 90% residenti in Italia, secondo i dati dell’Iss. E pesano poco sul sistema sanitario: in terapia intensiva ci sono cinque persone in meno rispetto a ieri.

IL SUPERAMENTO della cifra tonda fa un brutto effetto ma va contestualizzato: 77 mila tamponi analizzati ieri sono quasi un record e dimostrano che per ogni nuovo caso positivo se ne testano altri 72 «precauzionali». È questo l’indice utilizzato dagli esperti per valutare l’adeguatezza dell’attività diagnostica all’estensione del contagio. Se risulta positivo un caso su 72, cioè l’1,3%, significa che la «macchina» della prevenzione addetta a passare al setaccio chi rientra dalle ferie e a circoscrivere i focolai sta girando a pieno regime. Anche se non tutte le regioni procedono con lo stesso ritmo.

PER LA PRIMA VOLTA dall’inizio dell’epidemia è il Lazio quella con più nuovi casi positivi (215) rinvenuti grazie a quasi cinquemila tamponi. Molti, ma meno dei novemila della Lombardia, che pure trova qualche caso in meno (185), e dei seimila del Veneto, necessari a scovare i 160 positivi della regione. «Oggi è record di positivi, mai così tanti, legati prevalente ai casi con link dalla Sardegna» spiega l’assessore alla sanità del Lazio Alessio D’Amato, sottolineando che dall’isola provengono 97 casi su 215, il 45%. «In questa fase il tema non sono né le ospedalizzazioni, né le terapie intensive che sono assolutamente sotto controllo e non danno alcuna preoccupazione – tranquillizza l’assessore – ma bloccare tempestivamente le catene di trasmissione rintracciando gli asintomatici ed evitare che venga diffuso il virus in ambito familiare».

IL TIMORE è che qualche buco nella rete dei controlli ai rientri provochi cluster sommersi in città, che verrebbero individuati solo per l’emersione dei pazienti sintomatici quando magari è troppo tardi. Da ieri sono stati attivate le postazioni per i test su chi sbarca a Civitavecchia dalla Sardegna, ma è una misura-tampone ritenuta insufficiente. «Fare viaggiare i traghetti con questa promiscuità è un errore» secondo il governatore della regione Nicola Zingaretti. «Coloro che vengono eventualmente contagiati in viaggio non è possibile intercettarli allo sbarco perché il contagio si manifesta solo dopo alcuni giorni».

LA SOLUZIONE «è fare i tamponi ad imbarchi di navi, aerei e treni» per Francesco Vaia, direttore sanitario dell’istituto Spallanzani. «Solo così si chiuderà il cerchio e si impedirà la diffusione del virus. La politica faccia presto e decida». Dall’altra parte del Tirreno non ci stanno a passare per untori. «Abbiamo la più bassa circolazione d’Italia» replica al collega il governatore sardo Christian Solinas «e soprattutto non è mai stata autoctona: tutti i casi registrati sono di importazione o di ritorno».

L’ASSESSORE REGIONALE della Sanità Mario Nieddu precisa meglio il concetto: «sarebbe il caso che facessero loro i tamponi agli imbarchi da Civitavecchia per la Sardegna e non il contrario, perché la nostra isola era pulita». E l’ex-governatore di Forza Italia Ugo Cappellacci annuncia di voler portare in tribunale il governo per «epidemia colposa» e per chiedere l’indennizzo dei danni «sia in termini di immagine che di conseguenze sul sistema turistico».

Non si sottrae alla polemica il governatore campano De Luca: «a fine agosto vedremo se chiedere o no al governo di ripristinare la limitazione della mobilità intraregionale». Se si punta il dito contro la regione, la giunta Solinas qualche responsabilità ce l’ha. Prima ha riaperto i locali in deroga al Dpcm del governo e oggi la Sardegna fa meno tamponi in rapporto ai 44 casi individuati: i test di ieri sono stati 760 con un tasso di positività del 6%, cioè quattro volte più della media nazionale.

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