“Per ora abbiamo chiesto un riconteggio e un’attenzione particolare, visto che ci sono circa 25 schede contestate, in sede di commissione elettorale ordinaria circondariale”. Le parole di Michele Conti danno corpo ad una ipotesi che si era già affacciata nella lunghissima notte elettorale pisana, perché al termine di uno scrutinio chiuso alle 1.30 del mattino soltanto 15 voti hanno impedito al sindaco uscente di centrodestra di festeggiare la vittoria. “Lo chiediamo perché non possa rimenere alcun dubbio – aggiunge Conti – al tempo stesso stiamo già lavorando per il ballottaggio. Solo se la commissione metterà in evidenza ulteriori anomalie potremmo valutare l’ipotesi di un ricorso al Tar, che per ora non è contemplata”.
Ci sarà dunque da attendere dalle 24 alle 48 ore, con la verifica dei verbali e delle schede contestate – ma non il riconteggio completo – per capire se a Pisa ci saranno i tempi supplementari o meno. Per certo quei 15 voti mancanti per arrivare al 50,01% sono un record in una consultazione che ha visto chiamare alle urne 72mila elettori ed elettrici, sia pure con una affluenza ferma ad un malinconico 56,4%. Altrettanto certo il fatto che nelle 86 sezioni cittadine c’è stata un’attenzione particolare, sia degli scrutatori che dei rappresentanti delle singole liste, nella validazione di ogni singolo voto. Di qui la lentezza dello spoglio, e anche qualche tensione nelle tre sezioni più in ritardo.
Il 49,96 raggiunto da Conti equivale a 20.091 voti, circa 3.500 in più di quelli presi dallo sfidante Paolo Martinelli, fermatosi al 41,12%. Un risultato che il candidato del centrosinistra e di un deludente M5s, fermo al 3%,, considera comunque più che incoraggiante: “Siamo riusciti nell’impossibile – commenta Martinelli – pochi mesi fa la destra dava per certa la vittoria al primo turno, invece siamo al ballottaggio. Il nostro è un grande risultato, e ora si riparte da zero”.
Ripartire, ma come? Martinelli non ha dubbi: “Incontrando i cittadini per illustrare il nostro progetto di città che è molto diverso da quello della destra, e continuando a puntare sulla partecipazione, perché più della metà dei pisani non condivide le idee di Conti”. L’ex presidente delle Acli fa anche il punto delle possibili alleanze: “Per il momento non sono all’ordine del giorno ipotesi di apparentamento. E’ troppo presto per queste valutazioni, che semmai faremo in un secondo momento: il nostro metodo non cambia, andiamo nei quartieri e parliamo agli elettori, non ai partiti”.
Se Martinelli è fiducioso, altrettanto lo è Conti: “Come nel 2018 vinceremo al ballottaggio. Siamo riusciti a prevalere in tutti i quartieri della città, compresi quelli che storicamente votavano a sinistra”. Anche in quelli più popolari, dove però il dato che salta agli occhi è quello del non voto. “C’è stato un calo – riflette sul punto Ciccio Auletta, che rientrerà in consiglio comunale grazie al 7,1% delle liste Una città in comune e Rifondazione comunista – e sarebbe stato ancora più pesante senza un recupero nei quartieri centrali. Invece l’astensionismo nelle periferie è aumentato, e per questo l’autocritica la devono fare tutti gli schieramenti politici, noi compresi, per non essere riusciti a intercettare il bisogno di rappresentanza di tanta gente”.
Infine, quanto all’ipotesi di “anatra zoppa” se dovesse vincere Martinelli, cioè di un sindaco costretto a governare senza maggioranza in consiglio comunale, secondo il costituzionalista (pisano) Stefano Ceccanti, ex senatore del Pd, l’ipotesi non c’è, e il premio del 60% dei seggi attribuito al sindaco scatterà comunque.