Pisa, la guerra diventa «solidarietà»
Commemorazioni La giornata in memoria del maggiore Ciardelli della Folgore, ucciso in Iraq nel 2006 a Nassiriya, trasformata in 'momento educativo' per le scuole, trasforma la guerra in pace, con tecniche persuasive che rasentano il reato di circonvenzione di incapace
Commemorazioni La giornata in memoria del maggiore Ciardelli della Folgore, ucciso in Iraq nel 2006 a Nassiriya, trasformata in 'momento educativo' per le scuole, trasforma la guerra in pace, con tecniche persuasive che rasentano il reato di circonvenzione di incapace
Pisa ha ormai, accanto alla tradizionale festa di San Ranieri, un’altra ricorrenza che sta assumendo carattere quasi religioso: la «Giornata della solidarietà», in memoria del maggiore Nicola Ciardelli della brigata Folgore, ucciso nella guerra in Iraq nel 2006 a Nassiriya, decorato con la Croce d’Onore dal presidente Napolitano. Alla giornata, celebrata per iniziativa del Comune e dell’Associazione Nicola Ciardelli, hanno partecipato quest’anno oltre 2000 alunni delle scuole dell’infanzia, primarie e medie, condotti attraverso la città a visitare luoghi significativi dei «diritti inviolabili e doveri inderogabili sanciti dalla Costituzione». A partire dal «ripudio della guerra e la difesa della patria», cui mani sapienti hanno aggiunto «e della pace». A significare che le «missioni di pace» sono il necessario complemento degli articoli 11 e 52 e quindi rientrano nei «doveri inderogabili» sanciti dalla Costituzione.
Il sindaco Filippeschi (Pd) l’ha definita «una giornata che parte dalla memoria e si trasforma in momento educativo». Memoria corta: il maggiore Ciardelli faceva parte del 185° Reggimento acquisizione obiettivi (Rao), formato da forze speciali che, infiltrate in territorio straniero, individuano gli obiettivi da colpire. Lo stesso che opera oggi in Afghanistan nell’ambito della «unità speciale e semisegreta Task force Victor», come la definisce la Rivista Italiana Difesa, specificando che gli «insorti» (o presunti tali), una volta individuati, vengono «neutralizzati attraverso il fuoco dei tiratori scelti del Rao o mediante la guida del fuoco aereo dei cacciabombardieri». Questo era il compito svolto in Iraq dal maggiore Ciardelli che, una volta morto, è stato trasformato in icona del «momento educativo».
Il clou della giornata è il lancio dei paracadutisti (cancellato quest’anno per maltempo) che scendono sul Ponte di mezzo portando la bandiera della Folgore (due ali bianche che lanciano un fulmine giallo-oro) e un’altra con scritto «Nicola». Il nome del maggiore Ciardelli – si spiega agli alunni – ucciso mentre, in missione di pace in Iraq, aiutava i bambini.
Con tecniche persuasive che rasentano il reato di circonvenzione di incapace, si cerca in tal modo di plasmare le menti di migliaia di minori, istillando l’idea che i militari italiani vengano inviati in terre lontane non per la guerra, ma per la pace e la solidarietà. A tale operazione hanno partecipato oltre 30 enti e associazioni, tra cui diverse del volontariato, in gran parte inconsapevoli dell’obiettivo centrale della «Giornata della solidarietà». Quello che l’attuale ministro degli esteri Federica Mogherini (Pd) così spiegava alla Camera tre anni fa: «Colmare una apparente, grave e fittizia contrapposizione tra la cultura della difesa e la cultura della pace e della solidarietà». Una contrapposizione che manteniamo ferma, quando si spaccia per «cultura della difesa» la cultura della guerra.
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