Quando, sul finire degli anni ’60, i Pink Floyd sono costretti a allontanare il leader e compositore Syd Barrett per una gravissima debilitazione mentale, pochi scommettono sulla loro durata. È Roger Waters, il bassista, a caricarsi sulle spalle il peso dei nuovi Floyd divenendone anche il maggior songwriter, ma anche il nuovo chitarrista David Gilmour e l’intuitivo tastierista Richard Wright danno il loro fondamentale contributo. Pur non essendo gran virtuosi dei loro strumenti, i membri del gruppo hanno visioni grandiose, forgiando nei primi anni, più che grandi album, grandi canzoni che portano dalla psichedelia originaria a un’elettronica onirica e proiettata...