Quando, sul finire degli anni ’60, i Pink Floyd sono costretti a allontanare il leader e compositore Syd Barrett per una gravissima debilitazione mentale, pochi scommettono sulla loro durata. È Roger Waters, il bassista, a caricarsi sulle spalle il peso dei nuovi Floyd divenendone anche il maggior songwriter, ma anche il nuovo chitarrista David Gilmour e l’intuitivo tastierista Richard Wright danno il loro fondamentale contributo.

Pur non essendo gran virtuosi dei loro strumenti, i membri del gruppo hanno visioni grandiose, forgiando nei primi anni, più che grandi album, grandi canzoni che portano dalla psichedelia originaria a un’elettronica onirica e proiettata verso il futuro. Ne sono esempio l’abissale title-track di A Saucerful Of Secrets (1968), la proto-wave di One Of These Days e la circolarità di Echoes su Meddle (’71).

Sono contenuti i brani più classici, perlopiù composti dal reprobo Waters, mentre le tracce presenti che appartengono al «periodo Gilmour» non reggono il confronto

È in The Dark Side Of The Moon (’73) che la formazione dispiega tutte le sue potenzialità, con un uso massiccio di synth e la maturazione definitiva della rotonda chitarra di Gilmour. Una suite sognante dalle melodie malinconiche, tenere, buie, che si susseguono in una disamina dell’ineluttabilità della condizione umana. Ci sono rimandi a Barrett, con la cui figura (e follia) Waters si misurerà da qui in poi in toni sempre più drammatici.

Il successivo Wish You Were Here, ha un songwriting inferiore, ma raggiunge vette sonore ineguagliabili. Sarà il doppio The Wall (’79), opera in massima parte di Waters, l’ultimo capolavoro dei Pink Floyd.

Esso prosegue nel ritorno a sonorità rock del precedente Animals, ma con un’effettistica all’avanguardia; si tratta di un concept incentrato sulla figura di una rockstar maledetta che, soprattutto nell’omonimo film, somiglia per molti versi a Syd Barrett.

I seguenti album della band, con o senza Waters (che a un certo punto se ne andrà), sono dei buoni lavori, ma perdono la magia. Il live P.U.L.S.E, uscito in cd e VHS nel ’95, recupera brani soprattutto da Wish You Were Here e The Wall, riprendendo integralmente The Dark Side Of The Moon. Sono i Pink Floyd più classici, con canzoni perlopiù composte dal reprobo Waters, mentre i brani presenti che appartengono al «periodo Gilmour» non reggono il confronto.

Ma l’esecuzione è ottima e la release, benché si tratti di un lavoro che guarda al passato, rimane nel cuore dei fan dei Pink Floyd. Esce di nuovo oggi, perfettamente rieditato, in doppio dvd o doppio Blu-ray, con un secondo supporto contenente video, interviste, documentari, un concerto e tracce audio.