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Piero Ciampi a fumetti

Piero Ciampi a fumettiUna tavola della coppia Taddei-Angelini ispirata a «Il merlo» di Piero Ciampi

Graphic Una mostra a Pisa fino a fine gennaio con i fumetti che «riscrivono» le canzoni del cantautore morto quarant'anni fa

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 25 gennaio 2020

La grande mostra dedicata a Modigliani, primo importante evento culturale organizzato dell’amministrazione PD rieletta il passato giugno, è visitabile fino a metà febbraio, ma per quanto molto frequentata non ce l’ha fatta a cancellare un altro anniversario. Il fine settimana scorso, l’attenzione della città si è rivolta a un altro illustre labronico, un po’ meno noto, di certo meno celebrato. Nel gennaio del 1980 moriva a Roma Piero Ciampi, cantautore insubordinato, sincero e disperato, poeta romantico e anarchico, incorreggibile donnaiolo e amante del vino; dal 1995 la città lo ricorda con il premio a lui dedicato, un premio musicale che da sempre integra diverse forme espressive come l’arte contemporanea e la poesia avvalendosi dell’importante collaborazione di altre realtà culturali cittadine. Un’edizione speciale che ha toccato nella serata d’esordio Genova, città dove Ciampi passò un periodo squattrinato ma felice, precedente alla tappa parigina, e anche Pisa, negli spazi della Galleria Gennai, con un evento curato da Guido Siliotto, giornalista musicale appassionato di fumetti, che per la seconda volta ha invitato una manciata di fumettisti a rendere omaggio a Ciampi.

Ciampi a fumetti
«L’idea nasce dal Premio Ciampi: il nostro obiettivo è quello di mantenere in vita il ricordo dell’autore, un artista straordinario che non ebbe in vita il riconoscimento che avrebbe meritato- spiega Siliotto- un cantautore talvolta dimenticato anche da chi apprezza la musica. Come ricordava De André nel 1997 mentre ritirava il Premio, Piero non aveva ragione quando diceva “morto un poeta se ne fa un altro”, perché come lui non ce ne sono più stati».

E il legame con il fumetto è presto fatto: la forza narrativa delle canzoni di Ciampi, tradotta in sequenze disegnate può essere sorprendente.
«La nona arte negli ultimi anni ha ribadito di avere la dignità che in molti le avevano negato; inoltre la forza delle parole di Ciampi offre possibilità espressive infinite: le canzoni di Ciampi si prestano particolarmente ad essere disegnate-continua Siliotto-; se parlava principalmente di amore e morte, questi due temi cardine sono stati sviluppati quest’anno dalle matite e dai pennini di un manipolo di fumettisti molto diversi tra loro, che avevano carta bianca e che hanno prodotto tavole davvero straordinarie»

Si inizia con le tavole uniche di Giovanni Timpano, disegnatore di Batman per il mercato americano, e Francesco Guarnaccia, autore del collettivo Mammaiuto, che ha pubblicato il suo primo graphic novel con Bao Publishing nel 2018. Li incontro a Pisa e mi raccontano come è andata: «Per noi è stata un’occasione per ascoltare con attenzione il cantautore. Nel mio caso-dice Timpano che ha illustrato In un palazzo di giustizia– si tratta di una canzone molto viva che mi sono limitato a tradurre in immagini, disegnando una sola tavola in cui la parte alta rappresenta la stanza dove si trovano i protagonisti e la parte inferiore contiene tutti gli avvenimenti narrati nel testo: niente supereroi stavolta, ma qualche dimensione alternativa».

Guarnaccia ha scelto Ha tutte le carte in regola per essere un’artista, colpito innanzitutto dal titolo; ha disposto piccole carte color vinaccia illustrate con i comportamenti del supposto artista a formare una cornice sulla tavola, per lasciare il mantra del titolo al centro «Non sembra neanche un titolo, non si sa a chi è riferita la frase ed ho pensato di disegnare carte che fossero singole vignette, leggibili come un fumetto, come se le caratteristiche elencate nel testo fossero intese come sequenziali, tutte a formare il profilo dell’artista».

Tutti concordano nelle potenzialità della narrazione ciampiana: La Tram (Margherita Tramutoli) ha raccontato Nel porto delle illusioni in tre tavole cifrate dai suo sgargianti colori, con un verde ectoplasmatico che si interpone tra il tramonto infuocato e il blu della malinconia «Ho scelto di ambientare l’azione a Livorno, allo Scoglio della Regina, un luogo dove amo passeggiare, vicino al porto, dove Ciampi era solito girovagare. Ho raffigurato un uomo che come nella canzone cerca “qualcuna come te”. Ho immaginato una scena più onirica, con dei fantasmi che ballano sul porto, tra i quali c’è la donna che quest’uomo sta cercando. Ciampi mi ha dato finalmente l’opportunità per rendere omaggio a Livorno».

Ci si ispira ai testi, ai luoghi ciampiani, ma c’è chi tra gli autori, la miseria e il vizio, o semplicemente la presenza costante della morte, le ha sempre trattate: «Anubi (il primo graphic novel della coppia Taddei-Angelini, del quale è da poco uscito il prequel, Enrico) è la storia di un dio decaduto che passa il suo tempo a bere e a cavarsi dai guai; ci piace pensare che una vicenda così sarebbe piaciuta anche a lui», mi spiega Marco Taddei. «Ci è venuto naturale accostarci a Il Merlo seguendo le parole della canzone strofa per strofa, senza cambiarne una sillaba, perché i nostri personaggi sono perdenti inqualificabili, cialtroni velati di malinconia, proprio come i personaggi cantati nelle canzoni di Ciampi. È bello vedere che Ciampi affascina sempre più gente, ma mi chiedo cosa penserebbe del nostro mondo, come ci si troverebbe, forse sarebbe ancora più outsider, forse sarebbe ancora più radicale, ancora più Piero Ciampi». L’assedio dell’assenza-di un Dio poeta o dell’amore- si tinge di rosso con gli Scarabocchi, firmato da Maicol&Mirco, che illustra il celebre verso di Adius e dichiara «Piero Ciampi era, ed è, un Dio annoiato e scandalizzato, che per qualche tempo ha voluto trascinarsi tra noi umani. E come capita a qualunque Dio si sia mischiato a noi, non è stato né riconosciuto né apprezzato a dovere. Lo si ama ora, che è troppo tardi, sperando in un suo impossibile secondo avvento».

Dott. Pira si colloca invece su un filone più estemporaneo, scegliendo il pezzo del Ciampi più sbruffone e euforico, e produce una storia breve di quattro tavole, che rispecchia la megalomania dell’ebbrezza. «Ho fatto Te lo faccio vedere chi sono io, e non l’ho scelta per nessun motivo particolare. Mi sono ascoltato un po’ di canzoni e mentre sentivo quella ho fatto il fumetto. Questo perché ultimamente sono convinto di essere parte della scuola dell’Espressionismo Neo-Neanderthaliano, dove facciamo l’arte spinti da impulsi primordiali incomprensibili».

L’amore malinconico, certo della fine, che attraversa il canto di Piero Ciampi ha conquistato le matite di Silvia Rocchi che disegna Hai lasciato a casa il tuo sorriso su una doppia tavola che va dal languido esterno notturno di uno scorcio del tutto simile alla livornese Terrazza Mascagni, a un interno con ritratto di donna, fiori e libro e che dà voce all’interrogarsi del poeta sul cambiamento di lei. «Volevo illustrare la semplicità disarmante con cui a volte le relazioni finiscono, e le sue parole schiette e dirette mi sono sembrate perfette sotto ogni punto di vista. I colori che ho usato- dice Rocchi- il tipo di composizione che ho scelto per queste due tavole, sono altrettanto realistici e spero che il lettore con la giusta dose di amarezza, possa pensare: questi due si stanno lasciando tenendosi per mano».

La consapevolezza della disfatta, della fine dell’amore, della corsa verso la morte, questo autoannientamento dal sapore agrodolce, l’autoironia consapevole tanto tipica di Ciampi respirano nelle tavole dei fumettisti che hanno partecipato all’iniziativa. E la voglia di tornare ad ascoltarlo e ridere della morte insieme a lui è di nuovo irresistibile.

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