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Pierluigi Cappello “uomo della montagna aperto alle ferite”

Pierluigi Cappello “uomo della montagna aperto alle ferite”

prdenonelegge Francesca Archibugi mentre sta completando il documentario sul poeta presenta oggi la raccolta completa delle sue poesia nella nuova edizione

Pubblicato circa 11 anni faEdizione del 21 settembre 2013
Tra i racconti favolosi di Romano Martinis, più che fotografo esploratore insaziabile, c’era tra i poeti di Castelporziano, l’Afghanistan, Kantor e Gregory Corso, anche lui, il poeta Pierluigi Cappello, descritto come un personaggio tra le montagne del Friuli con la sua vita quasi spezzata e poi rinato su una scala di versi. Alcune sue fotografie di Cappello le ha date a Francesca Archibugi che sta completando un film dedicato a lui. Intanto incontrerà il poeta per presentare i suoi libri a Pordenonelegge. Oggi all’Auditorium Istituto Vendramini («Azzurro elementare», ore 17) lei incontra Cappello, mentre domani al teatro Verdi (ore 18) ci sarà un altro incontro dal titolo «Questa libertà» l’altro libro in uscita, la raccolta di racconti, intervistato da Stas’ Gawronski con letture di Giuseppe Battiston. Come hai conosciuto Pierluigi Cappello? chiediamo a Francesca Archibugi, anche se sappiamo già che i percorsi dei suoi film sono assai labirintici e conducono verso scenari mai riposanti: «L’ho conosciuto semplicemente perché mi piace la poesia, dice, l’ho scoperto quando ha vinto il premio Viareggio, ma non è una mia scoperta, è un grandissimo poeta che già conoscevano in tanti. Io ho letto delle poesie su internet, sono andata a comprare il libro, anzi l’ho ordinato perché non si trovava nelle librerie nonostante fosse pubblicato Crocetti che è un importante editore di poesia. Ora invece Rizzoli ha tutti i suoi libri, ha fatto una specie di antologia monografica con tutte le poesie al quale io ho fatto la prefazione, ed esce anche con un libro di racconti. Sono contenta che il documentario su di lui abbia smosso un po’ le acque, soltanto la notizia che si stava realizzando è servita».
Quest’anno infatti ha ricevuto anche il premio
dell’Accademia dei Lincei, Gian Luigi Rondi gli ha consegnato il premio De Sica: «Finalmente lo stanno conoscendo. Ha circa quarant’anni, giovanissimo per come vanno le cose in Italia, soprattutto per la poesia che è peggio che per il cinema». Notizie sul film? «È quasi finito, dice, è stato abbastanza complicato farlo, c’è voluto più di un anno. I lettori di poesia sono pochi e questo lavoro può essere utile per la divulgazione. I libri di poesia italiani vendono mille copie quando va bene, questi sono i numeri. Appena il documentario sarà finito, ne parleremo, anche perché è un lavoro un po’ bislacco, è su di lui ma in realtà è sulla poesia. È nato per una serie di circostanze fortunate: mio marito Battista Lena è stato chiamato dal Mittelfest a Cividale, un bellissimo festival in un crocevia di culture, per fare un concerto insieme l’anno scorso, lui e Pierluigi con un quintetto. Pierluigi leggeva le sue poesie e loro
suonavano. Io ho ripreso quello spettacolo e sono partita in varie stagioni a fare incontri con Pierluigi.
Ho costruito qualcosa che è in parte sulla poesia, in parte sulla sua vita che è particolarmente drammatica, ha attraversato il terremoto, ha una visione molto interessante di che cosa ha significato la ricostruzione. Il terremoto del Friuli è del ’76, hanno ricominciato a ricostruire nel ’79. Hanno ricostruito un’altra Italia. È stata una grande ricostruzione, fatta bene, dove non ci sono state infiltrazioni mafiose. Però hanno ricostruito un’altra Italia: è finita la civiltà contadina in un giorno. Lui è friulano, nato a Gemona e la sua visione di questo è molto interessante oltre agli altri avvenimenti della sua vita complessa, difficile. In modo non impudico sono andata dentro tutto questo. Lui aveva 16 anni quando ha avuto l’incidente, faceva l’istituto aeronautico perché voleva imparare a volare e poi era uno
scattista, un centometrista, un piccolo campione dei Giochi della gioventù. Però è anche molto un film sulla poesia, ci ho messo tanto cuore per fare una cosa differente, però ancora non è pronto. Stiamo al montaggio con Esmeralda Calabria».

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