Visioni

«Picture a Day Like This», Benjamin racconta l’illusione della felicità perfetta

«Picture a Day Like This», Benjamin racconta l’illusione della felicità perfetta«Picture a Day Like This» al festival d’Aix – foto di Jean-Louis Fernandez

Opera Un nuovo capitolo della collaborazione con il drammaturgo Martin Crimp per un progetto di teatro musicale dalle molte influenze

Pubblicato più di un anno faEdizione del 21 luglio 2023
Andrea PennaAIX EN PROVENCE

A dieci anni di distanza dal successo di Written on Skin, il Festival di Aix-en-Provence torna a proporre una nuova opera del compositore inglese George Benjamin su testo del drammaturgo Martin Crimp, inquadrata in un’ambiziosa coproduzione tra Londra, Strasburgo e il San Carlo di Napoli. Seppure del tutto indipendenti nei rispettivi percorsi artistici, Benjamin e Crimp vanno considerati co-creatori ogni volta che elaborano un progetto di teatro musicale. Accade anche per Picture a Day like this, quarto esito del loro sodalizio, creato il 5 luglio e ancora in scena fino a domenica sul piccolo palcoscenico del Théâtre du Jeu de Paume. Parte favola, parte parabola e racconto morale, l’opera concentra il materiale drammaturgico e musicale in poco più di un’ora.

LA VICENDA è semplice anche se carica di significati simbolici. Vi si ritrovano ispirazioni al racconto buddista Kisa Gotami, riferimenti all’ellenistico Romanzo di Alessandro e alla fiaba della camicia dell’uomo contento.
A una donna che ha perduto il suo bambino per una male improvviso viene accordato un solo giorno per farlo tornare in vita: se saprà portare un bottone tolto al vestito di una persona perfettamente felice suo figlio vivrà. Svincolati da preoccupazioni realistiche, Crimp e Benjamin costruiscono una formidabile galleria di ritratti, un succedersi di peripezie che vedono la donna imbattersi in un solo giorno in una serie di personaggi che ne accendono e poi frustrano le speranze. Fino all’incontro decisivo in un giardino misterioso con una donna perfettamente felice, nient’altro che un doppio fantasmatico della protagonista, strumento per realizzare il finale aperto: una riflessione sull’accettazione della vita come sola possibilità data all’essere umano, unico vero miracolo di felicità.
Benjamin torna alla tersa scrittura cameristica della prima collaborazione con Crimp, Into the Little Hill, creata a Parigi nel 2006 e ugualmente ispirata a una favola dal portato simbolico, quella del Pifferaio magico di Hamelin. In Picture a day like this, atto unico suddiviso in sette scene, nella scrittura asciutta e spigolosa di Benjamin filtra anche il pulviscolo di un segreto fascino timbrico, umbratile e frastagliato. Traspaiono echi di Debussy, Britten, Messiaen e Henze, ma permangono chiare le linee dello stile del compositore, sempre ancorate al valore e al significato della parola cantata. Le cangianti figurazioni di archi, fiati e percussioni costruiscono un caleidoscopio di frammenti, reiterati e ricombinati, su cui si stende una scrittura vocale che specie per il personaggio principale, la madre, abbandona le fissità trasparenti consuete nella scrittura di Benjamin per rivestirsi di una tensione calda e dolorosa. Come per il mezzosoprano Marianna Crebassa, splendida protagonista, tutti gli altri personaggi sono stati modellati sulla voce degli interpreti: gli afflati melismatici e misteriosi del fantasma Zabelle, il soprano Anna Prohaska, la timbrica densa e l’elasticità del baritono John Brancy, che disegna gli inquietanti personaggi del fabbricante di bottoni e del collezionista; il soprano Beate Mordel, narcisistica compositrice ma anche parte femminile della coppia di amanti insieme al controtenore Cameron Shabhazi.

LA REGIA, curata insieme a Marie-Christine Soma da Daniel Jaenneteau – il regista di Into the Little Hill – presenta il viaggio iniziatico della donna in uno spazio delimitato da pareti metalliche mobili, neutro ma non asettico. Spazi modulabili, inserimenti perfetti di velari e le immagini video di Hicham Berrada conferiscono movimento al racconto. Colpisce fra i costumi di Marie La Rocca quello del fabbricante di bottoni. Interpreti e compositore, che ha diretto l’impeccabile Mahler Chamber Orchestra, sono stati lungamente festeggiati dal pubblico.

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