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Piccoli nazisti crescono

Piccoli nazisti crescono/var/www/vhosts/ilmanifesto.co/ems/data/wordpress/wp content/uploads/2014/05/16/o MANIFESTAZIONE NEONAZISTA facebook

Milano Quattro giovani indagati per propaganda nazista e antisemita dopo un blitz della Digos. Tre di loro sono candidati alle prossime elezioni comunali in provincia di Milano, Lodi e Pavia. Nelle loro abitazioni sono stati trovati coltelli, manganelli, pistole giocattolo e materiale inneggiante ad Hitler. Nel frattempo, mentre a Milano vengono imbrattate con scritte fasciste le sedi dell'Arci, il 14 giugno la città dell'Expo dovrebbe ospitare un raduno nazi rock. A meno che la giunta Pisapia...

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 17 maggio 2014

Eravamo rimasti al 29 aprile scorso, quando il sindaco di Milano Giuliano Pisapia spese parole di pacificazione davanti alla targa di Claudio Ramelli, il giovane fascista ucciso 39 anni fa da alcuni militanti di sinistra. Un gesto di umanità che molti giudicarono inopportuno e poco tempestivo, perché quel giorno stesso mille nazifascisti sfilarono per le vie di Milano inqua-drati come un plotone delle SS, l’aria poco pacifica. Seguì dibattito e la sinistra cittadina si divise: ha fatto bene, ha fatto male.

A sostegno della seconda tesi – e non sembri pretestuoso perché il nazismo, basta guardarsi attorno, sta tornando di gran moda – si potrebbero segnalare anche i quattro indagati di ieri dopo un blitz della Digos di Milano. A finire “nel registro” quattro esponenti del Movimento nazionalsocialista dei lavoratori (Mlsn).

Vediamo un po’ con chi bisognerebbe pacificarsi. I quattro giovani sono chiaramente razzisti e antisemiti (lo scrivono loro e lo descrivono i loro addobbi). Non sono soggetti borderline, tant’è che tre sono addirittura can-didati per le cariche di sindaco e consigliere comunale alle prossime elezioni in tre paesi in provincia di Milano, Lodi e Pavia. Sono personaggi pubblici che trovano spazi di agibilità, persone che hanno potuto libera-mente esprimere il proprio pensiero. Ecco un altro dibattito aperto, dai tempi di Voltaire.

Già, le idee. Nella abitazioni dei soggetti sono stati se-questrati coltelli a scatto, pistole giocattolo prive del tappo rosso, manga-nelli, una bandiera della Repubblica di Salò, citazioni hitleriane e libri di chiara ispirazione nazista. Volantinavano, allestivano banchetti con i loro striscioni. Uno di compleanno: “Hitler mille anni”. In altro c’è scritto: “O-locausto, sei milioni di vittime (citazione Pinocchio)”.

Tira una brutta aria a Milano e dintorni, mentre i militanti antifascisti per troppo tempo non sono stati in grado di cogliere la gravità dei segnali che dicono di una ritrovata vitalità della destra più estrema. Quasi ogni giorno si segnalano presenze qui e là, vissute dai più come semplici fastidi. Ma se mille nazifascisti possono tranquillamente marciare con le fiaccole scortati dalla polizia (e solo mal sopportati dalle istituzioni e dalla politica), poi è logico aspettarsi una escalation di performance sempre più disgustose.

Aggressioni. O sfregi, come è accaduto ancora ieri all’Arci Metissage (zona Isola), per la seconda volta in una settimana imbrattata da scritte inneggianti al duce e da croci celtiche. E sempre ieri, anche se in questo caso non ci sono segni evidenti di presenze fasciste, l’Arci Metromondo è stato devastato da ignoti. Non è un buon segnale, ed è probabile che i responsa-bili non siano simpatizzanti di uno dei tanti circoli di sinistra attivi in città.

Per il prossimo futuro già si annunciano altre presenze moleste. Il 14 giu-gno, in un capannone industriale, si terrà un festival nazi rock organizzato dagli Hammerskin milanesi, con la collaborazione di Lealtà e Azione. Lo stesso dello scorso anno, quando da tutta Europa arrivarono centinaia di nazifascisti protetti dalla polizia, secondo cui non era possibile vietare un festival di quel genere in un luogo privato. La festicciola privata lo scorso anno colse di sorpresa anche la giunta Pisapia: non ne sapevano niente. Adesso hanno un mese esatto per impedire questo raduno. Del resto, a un anno dall’Expo, Milano è o non è la vetrina dell’Italia nel mondo?

 

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