Piazza Fontana, Sala chiede scusa alle figlie dell’anarchico Pinelli
La commemorazione Cinquant’anni dopo il sindaco chiede perdono a nome della città. Piantato un albero e deposta una targa in ricordo del ferroviere. Polemica sul discorso di Fico. Romano (Pd): «Ha omesso che fu strage fascista»
La commemorazione Cinquant’anni dopo il sindaco chiede perdono a nome della città. Piantato un albero e deposta una targa in ricordo del ferroviere. Polemica sul discorso di Fico. Romano (Pd): «Ha omesso che fu strage fascista»
«La mia presenza qua oggi ha soprattutto il significato di chiedere scusa e perdono a nome della città per quello che è stato. Credo sia qualcosa che sentiamo tutti noi profondamente e credo sia qualcosa che va fatto. Quindi in primis esprimo la nostra richiesta di perdono alla famiglia Pinelli».
Scuse e perdono a nome della città di Milano, mai erano state pronunciate parole di questo tipo da un rappresentante delle istituzioni milanesi. Lo ha fatto ieri il sindaco Beppe Sala piantando un albero intitolato alla memoria del ferroviere anarchico morto nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 1969, fatto precipitare dalla finestra della stanza del commissario Luigi Calabresi nella Questura a Milano. È un passaggio storico che consegna il ricordo di Pino Pinelli a tutta la città: cinquant’anni dopo è a disposizione di tutti. «Il senso di ingiustizia ti rimane dentro e allora, posto che ingiustizia c’è stata, la mia presenza qua oggi ha soprattutto il significato di chiedere scusa e perdono a nome della città per quello che è stato. Credo che sia qualcosa che sentiamo tutti noi profondamente e credo che sia qualcosa che vada fatto. Quindi in primis esprimo la nostra richiesta di perdono alla famiglia Pinelli». L’albero è stato piantato in piazza Segesta, vicino alla casa nella zona popolare i San Siro in cui abitò Pinelli. «Figure come quella Giuseppe Pinelli ci dicono che non è mai tardi per imparare. Anzi forse le donne giuste e gli uomini giusti sono quelli che imparano. Ecco io dalla storia di Milano e dalla storia di Giuseppe Pinelli penso di aver imparato molto».
Mentre Sala pronuncia queste parole i musicisti della “catena musicale per Pinelli” poco distanti dal sindaco suonano Addio Lugano Bella. Ai piedi dell’albero la targa del Comune: «Albero dedicato a Giuseppe Pinelli, ferroviere, anarchico, partigiano. 18esima vittima innocente in seguito alla strage di Piazza Fontana. A 50 anni dalla sua tragica morte, in suo ricordo nel quartiere in cui abitò».
Alla cerimonia partecipano anche le figlie di Pino Pinelli, Silvia e Claudia. «Questo gesto, questo dono ci ricorda che Milano è e resta una città antifascista, un gesto importantissimo di cui non possiamo che essere grate» dice Silvia. Sala ha anche ricordato l’impegno politico di Pinelli: «Era uno dei cittadini che faceva il suo dovere e si impegnava politicamente. La Milano di oggi è anche figlia della figura di Pinelli, di quello che ci ha lasciato e di quello che abbiamo imparato. Non è mai tardi per imparare e io dalla sua storia penso di avere imparato molto». In questo cinquantesimo il comune di Milano ha detto anche un’altra cosa a proposito degli esecutori materiali della strage: sono stati i fascisti. Lo ha fatto con una formella, una targa posata a terra in piazza Fontana insieme ai nomi delle diciassette vittime, in cui è scritto «ordigno collocato dal gruppo terroristico di estrema destra Ordine Nuovo».
Incompleta invece la commemorazione dell’anniversario della strage di Piazza Fontana del presidente Roberto Fico ieri alla Camera. «La diffusa aspettativa di verità e giustizia non può più essere ulteriormente disattesa», ha detto parlando genericamente della «ricostruzione storica» che «ha ricondotto le responsabilità di quell’evento a gruppi eversivi, mossi dall’intento di promuovere in Italia una svolta autoritaria attraverso una serie di sanguinosi attentati». «Fico ha dimenticato di aggiungere che quei “gruppi eversivi” avevano un preciso colore politico: il nero neofascista di Ordine Nuovo», ha ribattuto tra gli altri il deputato Pd e portavoce di Base Riformista, Andrea Romano: «Una omissione grave e triste, perché la sacrosanta funzione di garanzia di tutte le parti politiche esercitata dalla Presidenza della Camera non può impedire alla terza carica dello Stato di ricordare con doverosa precisione le responsabilità politiche che la storia – prima ancora delle sentenze giudiziarie – ha assegnato all’eversione neofascista»
Oggi in città sono tre gli appuntamenti principali in questo cinquantesimo anniversario. Quello istituzionale è in consiglio comunale convocato in seduta straordinaria con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e poi il corteo con i famigliari delle vittime fino a piazza Fontana. I movimenti, gli studenti, i centri sociali, associazioni come Memoria Antifascista riunite dietro alla sigla Milano Antifascista Antirazzista Meticcia e Solidale si ritroveranno in piazza Cavour alle 18.30 per un corteo che terminerà in piazza Fontana. Piazza dove alle 18.00 si ritroveranno gli anarchici del Ponte della Ghisolfa, il circolo che Pinelli contribuì a fondare, che quest’anno faranno una manifestazione a parte: «Le responsabilità dello Stato vengono occultate, le lotte sociali rimosse. Questo cinquantesimo per il potere deve diventare solo una celebrazione di buoni sentimenti e di pacificazione» hanno scritto ieri sul proprio profilo Facebook.
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