Italia

Piano vaccini, al via gli over 80 ma solo con Pfizer e Moderna

Piano vaccini, al via gli over 80 ma solo con Pfizer e ModernaConsegna vaccini Moderna – Ansa

Accordo Stato - Regioni sulla distribuzione dei sieri in proporzione agli anziani Astrazeneca utilizzato su under 55 per la fase 3: personale scolastico, forze dell’ordine e carceri

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 4 febbraio 2021

In serata ieri, sui titoli di coda del governo Conte 2, è arrivato l’accordo unitario Stato – Regioni sulla distribuzione dei tre vaccini in vista delle fasi 2 e 3. In videoconferenza si sono riuniti i governatori, il commissario straordinario Domenico Arcuri, i ministri Roberto Speranza (Salute) e Francesco Boccia (Affari regionali). Dopo le settimane di fine gennaio segnate dai tagli alle consegne, è stato necessario rifare il tagliando al piano vaccinale ma è anche vero che tutta la macchina si è messa in moto portandosi dietro nodi non risolti.

Ad esempio Liguria e Friuli Venezia Giulia, seguite poi da Piemonte e Lombardia, chiedevano di parametrare le consegne alla percentuale di anziani della popolazione, la Campania sul fronte opposto di seguire il criterio della popolazione residente. Ieri pomeriggio i governatori hanno avuto un incontro separato, subito prima del tavolo con il governo, l’esito finale è stato: «Distribuzione della seconda dose della fase 1 in base alla percentuale di operatori sociosanitari e anziani assistiti, poi riequilibrio sulla popolazione».

I VACCINI che hanno avuto l’approvazione sono tre: Pfizer e Moderna saranno somministrati agli over 80 e ai più fragili, anche in questo segmento ci sarà una fornitura proporzionale agli assistiti; Astrazeneca (il primo carico è atteso per lunedì) verrà utilizzato nella fase 3 per chi è al di sotto dei 55 anni e rientra nelle categorie personale scolastico docente e non docente, forze armate e di polizia, personale carcerario e detenuti, in questo caso si segue il criterio della popolazione. La rimodulazione inizierà dal 15 febbraio: Pfizer, che fornisce le quantità maggiori, deve distribuire direttamente il farmaco nei quasi 300 siti di somministrazione e ha bisogno di tempo. Obiettivo del piano è iniettare 2 milioni di dosi a febbraio, 4 milioni a marzo e 8 milioni ad aprile, cioè 14 milioni in un trimestre.

SPERANZA HA SPIEGATO: «Il tetto anagrafico dei 55 anni sul vaccino di Astrazeneca potrebbe essere superato in futuro, dopo ulteriori valutazioni scientifiche. Sul russo Sputnik V non dobbiamo avere timori delle origini, per noi è importante il passaggio all’Agenzia europea del farmaco: all’Ema abbiamo sollecitato la valutazione dello Sputnik e quelli di altri paesi. I vaccini sono essenziali ma ci sono anche altre opzioni, stiamo accelerando sugli anticorpi monoclonali». In realtà Astrazeneca è il farmaco su cui Ue e Italia hanno puntato di più così sono state tante le pressioni sull’Agenzia italiana del farmaco perché alzasse il limite almeno a 65 anni, anche per agevolare la somministrazione nel personale scolastico. E non è escluso che la decisione possa essere rivista a breve.

I GOVERNATORI hanno sollecitato il coinvolgimento dei territori nello sviluppo del siero italiano Reithera e, soprattutto, la finalizzazione di un accordo quadro per l’impiego dei medici di medicina generale nella somministrazione dei vaccini. Nell’incontro tra governatori è stata raggiunta un’intesa di massima: le regioni potrebbero corrispondere una tariffa di 10 euro al medico di famiglia per la vaccinazione effettuata negli studi medici; 28 euro a casa dell’assistito. Questo consentirebbe una diffusione capillare del piano, risolvendo anche il problema dei piccoli centri. Solo il 6% dei comuni con punti di somministrazione ha una popolazione inferiore ai 5mila abitanti: lo 0,5% dei residenti in aree interne o periferiche (poco più di 65mila persone contro i circa 13 milioni totali) gode di un centro di somministrazione del vaccino nel comune di residenza.

«Con Speranza ci siamo confrontati sull’opportunità di questa Stato – Regioni in una giornata così complessa – ha raccontato in serata Boccia – ma abbiamo condiviso con il presidente Bonaccini e con molti presidenti che i tempi della crisi non sono compatibili con le risposte immediate che richiede l’emergenza. Abbiamo affrontato con fermezza gli inconvenienti delle forniture dei vaccini. Non ci sono pagelle tra regioni, siamo in campo per la stessa squadra».

GLI IMMUNIZZATI in Italia alle 14 di ieri erano 2.166.053, in 808.306 hanno ricevuto anche la seconda dose. La Campania ha somministrato il 100,2% delle dosi ricevute, il Piemonte il 97,8%, l’Umbria il 97,4%. I dati della pandemia indicano ancora una mortalità molto alta. Sono stati 13.189 i nuovi casi di Coronavirus ieri su 279.307 test effettuati, le vittime sono state 477 (499 martedì). A Varese ieri riscontrato il primo caso di variante sudafricana in Italia: a contrarla è stato un uomo rientrato a Malpensa da un paese dell’Africa australe, si attende la conferma dall’Istituto superiore di Sanità. Intanto l’Ats Insubria ha avviato tracciamento e testing dei contatti.

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento