Una formalità. O una questione di qualità. Dopo il pranzo ufficiale previsto per domenica al Quirinale, lunedì, in Senato, andrà la conferenza Italia-Africa intitolato «Un ponte per crescere assieme». Nell’occasione la premier Giorgia Meloni dovrebbe, tra le altre cose, spiegare le linee guida del cosiddetto piano Mattei. I senatori, però, da giorni ormai si dicono abbastanza perplessi dalla scelta della sede (che per l’occasione sarà chiusa anche agli stessi parlamentari) e, ieri, l’inedita coppia formata da Peppe de Cristofaro di Avs ed Enrico Borghi di Italia Viva ha scritto una lettera al presidente di Palazzo Madama Ignazio La Russa, dando così pubblico sfogo a un disagio istituzionale piuttosto diffuso. «Perché tenere un evento governativo nell’aula del Senato considerando che Palazzo Madama è sin dall’antica Roma la massima assemblea legislativa?», scrivono Borghi e De Cristofaro.

E ancora: «Perché la sede di uno dei due rami del Parlamento viene utilizzata per un evento da cui sono esclusi i senatori come se non fosse più la sede di tutti gli eletti del popolo sovrano? Palazzo Madama è la casa dei parlamentari ed il governo può essere solo e comunque ospite in virtù di una divisione dei poteri che da Montesquieu in poi non è mai stata messa in discussione. E spesso la forma è sostanza».

La Russa ha fatto sapere che è stata Meloni in persona a chiedere ospitalità al Senato, soprattutto per ragioni di spazio e di sicurezza, considerando l’ingente presenza di leader stranieri. Attorno a palazzo Madama sarà inoltre istituita una zona rossa invalicabile anche per gli stessi senatori (a parte i capigruppo e probabilmente i componenti del consiglio di presidenza e della commissione Esteri).

Sembra poi scongiurata la clamorosa gaffe sulla collocazione in aula dei ministri e degli ospiti africani: in un primo momento era prevista una ripartizione con i ministri piazzati sui banchi del governo e gli ospiti su quelli dei senatori, ma qualche consigliere diplomatico si è reso conto che, visivamente, l’impatto sarebbe stato quello di una involontaria ma netta divisione razziale tra bianchi e neri. Si procederà allora con una sessione plenaria iniziale (Meloni, con i vertici Ue e quelli dell’Unione Africana) e poi con sessioni singole sulla cooperazione. Molti ministri hanno già annunciato la loro presenza. Tra questi non c’è Matteo Salvini.