Sono cresciuti i decessi e nuovi positivi al Covid, ieri in Italia, ma sono calati i ricoveri rispetto a lunedì. Sono stati, infatti, 10.497 i casi registrati nelle ultime 24 ore, in aumento rispetto agli 8.824 delle 24 ore prima ma su 254.070 tamponi, oltre 95mila in più. Il tasso di positività è calato al 4,1% (rispetto al 5,56% di lunedì). Le vittime sono state 603 (377 il giorno precedente) ma pesano anche le registrazioni di decessi avvenuti in precedenza. Le vittime totali sono 83.157.

TERAPIA INTENSIVA, i posti occupati sono calati di 57 unità (in totale a 2.487), mentre i ricoveri ordinari sono diminuiti di 185 unità (22.699 in tutto). I casi da inizio pandemia salgono a 2.400.598. Forte calo delle persone attualmente positive (11.535 in meno): 535.524 in tutto; 510.338 sono in isolamento domiciliare. La regione con più casi la Sicilia (1.641) seguita da Lazio (1.100), Emilia Romagna (1.034), Veneto (957) e Lombardia (930).

I VACCINATI IN ITALIA, ieri alle 21, erano 1.210.745; a 6.881 di questi è stata inoculata anche la seconda dose. Otto, tra regioni e province autonome, hanno somministrato oltre l’80% delle dosi ricevute: Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Bolzano, Piemonte, Valle d’Aosta e Veneto. Il ritardo nelle consegne da parte di Pfizer sta rallentando molti territori.

Solo ad Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise, Umbria e Valle d’Aosta l’azienda ha assicurato la fornitura piena. Rispetto a un taglio medio del 29% (pari a 165mila iniezioni), è ancora la Pfizer a decidere a chi attribuire un calo minore e a chi maggiore. Infine, a fronte di continue rassicurazioni, il calendario delle consegne continua a saltare. «Il ritardo di Pfizer è molto preoccupante, è stato comunicato tutto all’ultimo minuto. L’obiettivo è riuscire a marzo a vaccinare tutti gli ultra 80enni e i sanitari» ha spiegato il direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini.

SONO ARRIVATE appena 53mila dosi sulle 294mila previste in origine. Oggi dovrebbero aggiungersi altre 241mila. In notturna, ieri, si è tenuta la riunione Stato – Regioni con il commissario straordinario Arcuri. Si è discusso della distribuzione dei vaccini e della riorganizzazione del piano. I governatori chiedono che sia la struttura commissariale a decidere dove devono andare le forniture, non Pfizer.

«Abbiamo l’urgenza di intraprendere azioni legali concordate contro Pfizer – ha spiegato il ministro Boccia -, pretendiamo il rispetto degli accordi europei presi. Abbiamo anche necessità di chiarezza sulle distribuzioni settimanali, basta riduzioni unilaterali senza preavviso. È necessario consentire alle regioni un accordo di solidarietà per garantire i richiami a tutti. Se il 29 gennaio Ema autorizzerà Astrazeneca, sono confermate le 8 milioni di dosi per il trimestre successivo».

Ridistribuzione tra territori in modo solidale per tamponare la mancanza di dosi è stata la soluzione a cui tutti hanno detto sì. Lunedì la neo assessora lombarda alla Sanità, Letizia Moratti, aveva chiesto di attribuire il siero anche in base al Pil regionale. «È contrario alla civiltà e ai diritti universali» la replica del ministro Francesco Boccia.

E POI C’È LUCA ZAIA, il presidente veneto. La regione ha subito un taglio del 53%. «Non saremo in grado di fare per tutti i richiami oltre a dover fermare le prime dosi» ha spiegato per poi lanciare un appello a Pfizer: «Se ci fosse da dare una mano, la nostra regione c’è. Anche con la finanziaria regionale. Se serve produrre il vaccino i nostri imprenditori sono pronti. Poi se possiamo comprarceli autonomamente siamo qua». Se la via autonoma non dovesse funzionare allora c’è la solidarietà: «La mia proposta – ha poi aggiunto – è prendere atto che ci sono regioni con percentuali di vaccinazioni basse, con scorte in magazzino, non sarebbe male pensare a una ridistribuzione».

LE CONSEGNE ieri sono saltate del tutto in molti territori. Come in Friuli Venezia Giulia (che ha subito un taglio del 54%) e in Liguria, dove oggi dovrebbero arrivare 18 pizza box con 18.720 dosi, sui 18 attesi. Slittata a oggi la fornitura di 32.760 dosi nel Lazio: «Questa modalità a singhiozzo crea numerosi problemi organizzativi a tutto il sistema» ha spiegato l’Unità di Crisi della regione. Stesso rinvio per la Campania che ha dovuto fermare le somministrazioni al centro vaccinale della Mostra d’Oltremare di Napoli. L’Asl cittadina ha deciso di ripartire domani con chi ha bisogno di fare il richiamo.