Petrinja non c’è più, forte sisma in Croazia, almeno 7 le vittime
I Balcani tremano Scossa di magnitudine 6.4, epicentro a 50 km da Zagabria, crollano un asilo e un ospedale. Decine i feriti. La Slovenia spegne la centrale nucleare a Krsko
I Balcani tremano Scossa di magnitudine 6.4, epicentro a 50 km da Zagabria, crollano un asilo e un ospedale. Decine i feriti. La Slovenia spegne la centrale nucleare a Krsko
Petrinja è ridotta a un cumulo di macerie. Dopo il sisma di magnitudo 5.1 registrato lunedì mattina, un’altra forte scossa di terremoto di magnitudo 6.4 ha colpito ieri alle 12.20 la città della Croazia centrale, a 40 km a sud-est di Zagabria, provocando almeno sette vittime, tra cui un bambino, una ragazzina di 13 anni e un ventenne, e decine di feriti.
Il bilancio però potrebbe aumentare nelle prossime ore: i soccorritori stanno proseguendo le ricerche, alcuni luoghi non rimasti inesplorati. Pochi minuti dopo la terra ha tremato anche a Stip, a 80 km da Skopje, in Macedonia del Nord, e altre scosse sismiche si sono registrate per tutta la giornata in Croazia, nell’area intorno a Sisak, vicino Petrinja, di cui due di magnitudo superiore a 4.
Il terremoto, avvertito nel Paese e nell’intera regione dei Balcani, oltre che in Italia, Austria, Germania, Romania, Ungheria, ha provocato danni agli edifici e alle abitazioni della capitale Zagabria dove però non si sono registrate vittime. Danneggiato anche il palazzo del ministero della Difesa nella capitale. In via precauzionale è stata disposta la chiusura temporanea della centrale nucleare di Krsko in Slovenia.
Secondo il ministero degli Esteri croato Gordan Grlic-Radman, sono Petrinja e Sisak i comuni più colpiti dal sisma. Ingenti anche i danni nei comuni circostanti, a Sunje, Glina e Lekenik. Il centro di Petrinja è andato quasi completamente distrutto. Qui un asilo si è accartocciato su se stesso, saltate l’elettricità e le linee telefoniche. Crollato in parte anche l’ospedale di Petrinja. Tantissime le persone che si sono riversate in strada per timore di nuovi crolli.
Secondo quanto riferito dal ministro della Salute croato Vili Beros, è stato disposto il trasferimento a Zagabria dei pazienti ricoverati nell’ospedale danneggiato, altri sono stati trasportati nell’ospedale della vicina Siska. Per i media locali sarebbero almeno venti i feriti a Petrinja, di cui due in condizioni gravi.
Il quotidiano croato Vecernji riferisce di persone saltate giù dai tetti e dalle finestre, che al momento del terremoto si trovavano lì a riparare i danni del sisma di lunedì scorso. «È come Hiroshima – ha dichiarato il sindaco di Petrinja Darink Dumbovic – Il terremoto ha distrutto metà della città. Ho pregato Dio che non avessimo morti, ma sfortunatamente ne abbiamo. Ora mi trovo di fronte a una ragazza che è morta, stiamo aspettando i soccorsi».
Nella città epicentro del terremoto sono arrivati nel primo pomeriggio il primo ministro Andrej Plenkovic e il presidente della Croazia Zoran Milanovic. «L’esercito, la polizia, la protezione civile, i vigili del fuoco, le ambulanze stanno arrivando da Zagabria, ha dichiarato il primo ministro croato. Arriveranno i container, dovremo allontanare alcune persone da Petrinja perché non è sicuro restare qui. Ci dispiace, questa è una tragedia».
Alle parole del premier hanno fatto eco quelle di Milanovic che visibilmente scosso ha promesso di ricostruire la città, sebbene «nessuno sarà in grado di compensare i danni emotivi e spirituali subiti».
Il governo di Zagabria ha disposto l’invio di un primo contingente di 300 militari, accorsi sul posto per prestare i primi soccorsi. Gli elicotteri militari hanno trasferito nella capitale 17 persone che si trovavano in una casa per anziani a Sisak. Anche i tifosi della Dinamo Zagabria si sono mobilitati per far arrivare i rinforzi nella zona colpita dal sisma. E messaggi di solidarietà sono arrivati da tutte le capitali europee.
La presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen in un tweet ha espresso la sua vicinanza alla Croazia e ha fatto sapere di aver parlato con il premier Plenkovic e di aver chiesto al commissario europeo alla gestione delle emergenze Janez Lenarcic di essere pronto a recarsi in Croazia non appena la situazione lo permetterà. «Siamo pronti ad aiutare», ha detto Lenarcic il quale ha confermato di essere in contatto con il governo croato.
«Oggi siamo solidali con il popolo croato il cui paese è stato colpito dal secondo terremoto in soli due giorni – ha scritto il presidente del Parlamento europeo David Sassoli su Twitter – Il nostro pensiero va alla famiglia del bambino ucciso, ai feriti e a tutti coloro che hanno perso la casa. L’Ue – scrive ancora Sassoli – è pronta a sostenere il premier Andrej Plenkovic».
Solidarietà e cordoglio sono stati espressi anche dalle autorità serbe, slovene, bulgare, italiane che si sono dette pronte a fornire assistenza nella ricostruzione. La Croazia era stata colpita da un altro terremoto il 22 marzo scorso. Il sisma, il più forte registrato nel Paese negli ultimi 140 anni, aveva colpito in particolare Zagabria. Secondo il sismologo Kresimir Kuk intervistato dall’emittente televisiva N1, il sisma di ieri è stato 30 volte più forte di quello della primavera scorsa.
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