«Quando mi faccio la barba mi guardo in specchio con grande ammirazione: – Bravo, caro Ettore, bravo! Adesso dovresti cambiare di nuovo mestiere per vedere quanti altri piccoli talenti sono in te»: così l’«impiegato e letterato Ettore Schmitz», meglio conosciuto con lo pseudonimo di Italo Svevo. Nel momento in cui scrive alla moglie – da Charlton, nel 1903 – Schmitz sembra aver già compiuto un passo decisivo: in seguito all’insuccesso dei suoi due primi romanzi – Una vita e Senilità – ha stabilito di darsi al commercio di vernici e di proibirsi ogni contatto con quella «ridicola e dannosa cosa»...