«Pestato dalla Guardia di finanza»
Napoli Il giovane lavora per un italiano. Con lui fermati altri 23 connazionali, sei sono feriti. Arrestato durante un blitz anti contraffazione, un uomo senegalese finisce in ospedale con lesioni multiple
Napoli Il giovane lavora per un italiano. Con lui fermati altri 23 connazionali, sei sono feriti. Arrestato durante un blitz anti contraffazione, un uomo senegalese finisce in ospedale con lesioni multiple
Picchiato fino a perdere i sensi quando era già ammanettato nella caserma della Guardia di finanza di Gianturco, a Napoli. Questo ha raccontato Magnane Niane, 47 anni, da circa 10 in città, all’avvocato Liana Nesta quando finalmente è stato portato all’ospedale Loreto Mare. Il ragazzo senegalese si trovava ieri mattina alla Duchesca, la zona tra la Stazione centrale e il corso Umberto in cui si tiene un mercato popolare. Lavora per un italiano che ha uno stand con regolare licenza. I finanzieri arrivano in forze per un blitz contro la vendita di merce contraffatta, Magnane esce dal bar e si ritrova nel mezzo della retata. «Mi ha riferito – racconta l’avvocato – che lo hanno ammanettato con le mani avanti e portato in caserma. Mentre era in attesa di essere identificato è squillato il cellulare, quando ha cercato di prenderlo per rispondere è arrivato il primo schiaffone forte sul viso. Il telefono gli è caduto di mano e, quando ha cercato di afferrarlo da terra, è arrivato il secondo».
A Magnane, secondo quanto riportato nella denuncia redatta dal suo avvocato, liberano le mani per ammanettarlo sulla schiena e, in base anche al racconto dei testimoni, i finanzieri si avventano su di lui, continuano a picchiarlo con calci e pugni fino a fargli perdere i sensi. Sono 24 gli immigrati fermati, uno di loro riesce ad avvisare con il cellulare il rappresentante dell’area sociale della comunità senegalese, Pierre Preira, che li raggiunge in caserma. Intanto Magnane è a terra svenuto. L’ambulanza del 118 sarebbe stata chiamata dopo molto tempo e solo per le pressioni degli altri ragazzi spaventati dalla stato di Magnane. «Mi ha chiamato uno dei fermati – spiega Preira -, era terrorizzato, mi diceva ‘corri, lo stanno picchiando, lo mettono a testa in giù’. Quando sono arrivato era ancora immobile sul pavimento. Quando lo hanno caricato sulla barella era talmente ridotto male che è riuscito a dirmi come si chiama solo dopo un quarto d’ora».
Al Loreto Mare Magnane arriva gonfio, molto dolorante, con ecchimosi ovunque, graffi alle braccia e un taglio alla testa. E’ stato necessario fare molti esami e una tac al petto per escludere lesioni interne, dieci giorni la prognosi. «Per avere un referto accurato ho dovuto fare una battaglia – spiega l’avvocato – sempre sotto lo sguardo di due finanzieri. Ad esempio non avevano riportato le numerose lesioni alle gambe e al gomito e la ferita al capo. Addirittura avevano scritto ‘paziente non collaborativo’ quando semplicemente, non parlando italiano, non capiva cosa gli venisse chiesto. Eppure dietro la porta c’erano diverse persone pronte a fare da interprete». Ora Magnane è in stato di fermo accusato di resistenza, la Guardia di finanza sostiene che ha morso uno di loro. A fargli compagnia in ospedale sei senegalesi che erano a Gianturco con lui, arrivati in ambulanza con lesioni minori.
La versione delle forze dell’ordine è tutta diversa: tre uomini della Guardia di Finanza colpiti da calci, pugni e morsi durante le operazioni anti contraffazione, momenti di tensione e caos avrebbero complicata l’attività dei finanzieri aggrediti dagli abusivi. Ventiquattro i denunciati, uno in stato di fermo. Versione accompagnata dalle immancabili foto di buste di plastica piene di merce da pochi soldi. «Ieri pomeriggio Magnane era ancora in stato di choc – spiega Liana Nesta -. Probabilmente lo processeranno per direttissima. Ha contusioni multiple, per giustificarle i finanzieri sostengono che è caduto. Li denunceremo per violenza privata. E’ successo lo stesso alla caserma Raniero di Napoli per il Global forum del 2001: ragazzi ammanettati picchiati senza motivo. Naturalmente poi ti accusano di resistenza ma all’interno di una caserma e con le mani ristrette è un’accusa che non regge».
Con i migranti è peggio: chi non ha i documenti in regola o è stato trovato con merce falsa è quasi impossibile che denunci. «Basta molto poco perché un fermato venga aggredito – conclude l’avvocato – ad esempio una semplice rivendicazione di un diritto invece di stare fermo e zitto. La parola di un pubblico ufficiale fa fede fino a prova di fatto e in queste situazioni è difficile avere testimoni». Questa volta però è diverso, Magnane ha assistenza legale, il referto medico, le foto alle ferite scattate in ospedale e ragazzi senegalesi disposti a testimoniare.
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