Lavoro

Persi 1,3 milioni lavoratori indipendenti under 40

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Professioni Nel lavoro autonomo un crollo di 455 mila persone in 5 anni

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 17 dicembre 2013

Continua la ricognizione sugli effetti della crisi sul lavoro autonomo. Secondo il rapporto Censis «Giovani, Professioni, Europa» presentato ieri al convegno dell’associazione degli enti previdenziali privati (Adepp) i liberi professionisti hanno visto ridursi in termini reali il reddito medio del 10,4% tra il 2009 e il 2012. L’indagine condotta tra gli iscritti dell’Adepp (notai, ingegneri, avvocati, medici o commercialisti) dimostra che i lavoratori under 40 sono passati da quasi 11 milioni a poco più di 9, 1,3 milioni in meno tra i 25 e 39 anni, meno 455 mila tra i lavoratori indipendenti.

La crisi sta imponendo l’abbandono del lavoro autonomo in tutta Europa (dal 2007 al 2012 è stato dell’11,5%). In Italia è del 20,1%. Un dato preoccupante perché il nostro paese esprime una vocazione per il lavoro autonomo: il 19,6% degli under 40 contro il 10,4% della media europea. Il rapporto registra un aumento degli iscritti agli enti previdenziali privati, in particolare delle donne, aumentate dal 2007 dell’8,8%. «La mancanza di lavoro dipendente, o la sua perdita – ha detto il presidente Adepp Andrea Camporese – ha fatto sì che non solo i più giovani, ma anche i più anziani intraprendano l’esercizio della libera professione come soluzione alternativa». «Per troppo tempo – ha aggiunto – si è pensato che il professionista fosse un privilegiato, questa realtà è stata spazzata via dalla realtà».

I professionisti dai settori scientifici e medici sembrano avere più sicurezze degli altri, ma solo il 13,3% dei medici, farmacisti, biologi si dice soddisfatto del reddito. Il 2013 c’è stato un boom del 72% della Cig per i dipendenti degli studi professionali. Per Cesare Damiano, presidente Commissione Lavoro alla Camera, è «incomprensibile» la loro esclusione dalla Cig prevista nella riforma degli ammortizzatori sociali.

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