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Perfette geometrie all’Olimpico

Perfette geometrie all’OlimpicoStrootman, dietro De Rossi e Milik durante Roma Napoli 1-2 del 4 marzo 2017 – foto La Presse

Sport Dopo la mortificante pausa azzurra, riparte la serie A con i big match di Milano, Roma e Torino. Sfida scudetto tra Sarri e Di Francesco, sullo sfondo le polemiche sui diritti tv per l’estero

Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 13 ottobre 2017

Dopo la mortificante pausa azzurra, ricomincia la Serie A. E con tre big match in programma il calcio torna a essere un piacere. Si comincia domani pomeriggio con la partita a scacchi tra Juventus e Lazio, i biancocelesti unici in Italia ad avere battuto i campioni in carica, ad agosto in Supercoppa. A sera le geometrie esistenziali di Roma-Napoli, le due squadre più belle del campionato. Domenica posticipo con il derby di Milano, thriller godardiano all’ultimo respiro: chi perde è perduto. Finalmente Immobile potrà esaltarsi con Milinkovic-Savic, senza dover aspettare illuso un lancio di Gagliardini che non arriverà mai. Insigne tagliare allegro sul lato debole aspettando la palla di Callejon, invece di ripiegare a centrocampo a cercare un pallone decente. Dati i giusti demeriti al commissario tecnico Ventura, c’è da dire che la Nazionale è sintomo di una politica calcistica da troppo tempo malata. La pessima posizione nel ranking Fifa si riflette nella questione dei diritti tv.

In attesa del nuovo bando per quelli nazionali, in settimana sono stati ceduti quelli esteri per il triennio 2018-21. Dopo il lungo monopolio MP & Silva, per la prima volta licenza all’americana IMG, che ha raddoppiato l’offerta precedente a 371 milioni l’anno. Ma non è certo finito il dominio di Infront (di cui MP & Silva è stata a lungo alleata), passato da Berlusconi a Renzi attraverso Lotti, il ministro dello Sport che dovrebbe inserire nel prossimo Def una riforma (speriamo migliorativa e non cosmetica) della pessima Legge Melandri, al fine di limitare la sperequazione di risorse che ammazza il calcio italiano. Come ha fatto giustamente notare De Laurentiis, oggi Infront gestisce l’apparato marketing della Figc rimanendo anche, unico caso al mondo, intermediario per l’asta. Come se la Lega Calcio non fosse in grado di vendere da sola il proprio prodotto. Le cifre restano quindi basse se paragonate alla Premier (oltre quattro volte tanto) o alla Liga (due volte), leghe che ottengono ricavi anche da sponsor, match day e merchandising. Fonti di reddito a noi sconosciute. Ma questo è quanto ci è dato. Se fuori dai confini britannici è di 15 milioni di spettatori l’audience media per ogni partita di Premier, contando anche quelle di seconda fascia, nessuno all’estero, ma forse nemmeno in Italia, pare interessato a passare due ore sul divano a sorbirsi Bologna-Spal o Sassuolo-Chievo.

Per fortuna domani c’è anche Roma-Napoli. Le due squadre giocano il calcio più divertente e propositivo del campionato, e schierano due tra i migliori attaccanti del panorama europeo: Džeko e Mertens, entrambi 7 gol in 7 partite, appena inseriti nella lista dei 30 candidati al Pallone d’Oro. Il Napoli capolista vola a punteggio pieno sulle ali delle catene laterali di Sarri, che al terzo anno si trova una squadra non potenziata dal mercato ma sicuramente migliorata dalla maggior confidenza nei propri mezzi. Gioca forse meno bene, ma fa più punti. Di fronte una Roma che, pur faticando in Champions, se la viaggia in campionato: una sola sconfitta (immeritata) con l’Inter e una partita da recuperare. Se non ancora del tutto evidente alla Roma, la bravura di Di Francesco può essere letta nel concomitante crollo del Sassuolo. E ora davanti a Sarri ha l’occasione per il definitivo salto. Giocano un calcio molto diverso, meno metafisico e più speculativo, Juventus e Lazio. Allegri e Inzaghi, candidato a essere il prossimo tecnico sulla panchina bianconera, modellano le loro formazioni sull’avversario fin dal reparto avanzato.

Inter e Milan arrivano invece alla stracittadina con spirito opposto. L’Inter è strana, fatica ma non perde e non subisce gol (e forse ha trovato in Škriniar un progetto di campione), il Milan è invece un mistero in divenire (e forse dovrebbe puntare su quel Silva che col Portogallo fa meraviglie). Dopo Audi, anche lo storico sponsor tecnico Adidas abbandona i rossoneri. E la presentazione del bilancio semestrale, già slittata, salta a novembre. C’è attesa e curiosità. Più dei cambi di modulo di Montella, saranno infatti le «cose formali», quelle vere e non il tormentone dell’estate per le firme dei nuovi acquisti, la cartina di tornasole della stagione del Milan. E della possibilità stessa della sua futura esistenza.

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