Per Woodstock, la seconda indagine è già «l’età dell’oro»
Noir italiano In libreria da oggi per Ponte alle Grazie il secondo romanzo firmato da Leo Giorda dopo l'esordio con "L’Angelo Custode" uscito per gli stessi tipi lo scorso anno
Noir italiano In libreria da oggi per Ponte alle Grazie il secondo romanzo firmato da Leo Giorda dopo l'esordio con "L’Angelo Custode" uscito per gli stessi tipi lo scorso anno
Dopo aver risolto il caso dell’omicidio di una ragazzina grazie alle sue straordinarie capacità deduttive, Adriano Scala, in arte Woodstock, si ritrova catapultato nel vortice dei talk show e della notorietà televisiva. Questo però, oltre a non piacergli, non gli migliora nemmeno la vita. La sovraesposizione mediatica e un anchorman quantomeno incauto gli causeranno la perdita del lavoro determinando le scelte esistenziali successive di questo trentenne capitolino che vive con sua madre al Tuscolano, si ubriaca in un bar del Testaccio e dorme spesso al Pigneto a casa della ragazza. Ha una figlia da un precedente rapporto e un passato di studi classici ardenti e frequentazione della movida alternativa nei centri sociali.
IN PARALLELO scorre la vita di Giacomo Chiesa, vicequestore del Commissariato San Giovanni e una vita «perfetta» nella Roma bene fino a quando la vicenda che aveva lanciato Woodstock agli onori delle cronache sarebbe invece stata la causa della sua radiazione dalla polizia di Stato per via della propensione all’abuso in divisa che fa parte del dna dei piedipiatti a ogni latitudine. Fine anche della famiglia perfetta e inizio di un nuovo abuso, stavolta sul proprio corpo a mezzo di alcolici. Scala e Chiesa sono due irregolari nel mondo del noir.
QUESTO È TUTTO quello che c’è da sapere accingendosi alla lettura di L’età dell’oro (Ponte alle Grazie, pp. 256, euro 18), seconda indagine di Woodstock scritta da Leo Giorda dopo L’Angelo Custode uscito per gli stessi tipi solo un anno prima. Giorda, romano, compirà trent’anni nel 2024. Sappiamo di lui che dopo essersi laureato in Beni culturali, specializzazione in Storia dell’Arte, ha girato l’Europa e l’Italia, nell’ultimo lustro, mantenendosi con vari lavori, dal barman al contadino, che sembra aver usato più come punti di osservazione della condizione umana che come mezzi di sostentamento.
UN BAGAGLIO CULTURALE e generazionale che gli consente anche stavolta di costruire trame credibili e orditi godibili dimostrando una capacità di scandaglio oltre i cliché del genere e le semplificazioni statistiche. All’interno della cornice dentro cui muove i suoi personaggi c’è un contesto ormai pulviscolare di persone disorientate di fronte a eventi esterni all’apparenza sovrumani, crisi, pandemia, guerre. Nulla di nuovo sotto il sole, nulla che la fabbrica del Mito, fiorente da tre o quattro millenni con filiali in ogni continente, non abbia annunciato ma che bisogna continuare a decifrare. Proprio quello che fa Giorda con una scrittura precisa e fluida, debitrice di una formazione letteraria e cinematografica solida quanto varia, che conduce il lettore senza affanno nei territori in cui si svela l’irripetibilità e l’imprevedibilità di ogni singola vita.
CHIESA E SCALA, si evince dall’epilogo, torneranno in libreria anche dopo questa seconda avventura ma non è da escludere che la scrittura di Giorda possa trovare margini di manovra ancora più ampi in altre prove d’autore.
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