Per un errore di stampa vanno a casa sindaco e consiglio comunale
Il sindaco Antonio Pitruzzella
Politica

Per un errore di stampa vanno a casa sindaco e consiglio comunale

Sicilia Elezioni annullate a Campobello di Licata. Surreale e inedita decisione dei giudici amministrativi (due di nomina politica)
Pubblicato circa un anno faEdizione del 23 agosto 2023

Grottesco, incredibile, surreale. Forse l’aggettivo più appropriato è pirandelliano, non foss’altro perché Campobello di Licata si trova a 40 minuti di auto da Agrigento, la città del premio Nobel che col teatro nel teatro rivoluzionò la drammaturgia. Ma in questa storia il palcoscenico c’entra poco, anche se di spettacolo dell’assurdo, in qualche modo, si può parlare. Già, perché in questa piccola cittadina, poco più di 11 mila abitanti, il sindaco Antonio Pitruzzella e l’intero consiglio comunale, eletti appena 14 mesi fa, sono stati mandati a casa in pieno ferragosto per un errore di stampa.

Il modello di scheda stabilito con il sorteggio
Facsimile della scheda elettorale contestata

Proprio così. Capita anche questo in Sicilia, una terra dove la poltrona non si perde neppure col bilancio in dissesto e dove i municipi in genere vengono sciolti per infiltrazioni mafiose oppure perché la legge Severino non lascia scampo a quegli amministratori condannati per reati che fanno scattare l’interdizione. E invece, in questo dramma tragicomico, senza precedenti in Italia, ad annullare le elezioni sono stati dei giudici amministrativi. A emettere la sentenza inappellabile è stato il Consiglio di giustizia amministrativa (Cga), che nell’isola svolge il ruolo del Consiglio di Stato, ma con la differenza che nel collegio ci sono due componenti laici nominati dalla politica: si tratta degli avvocati Giovanni Ardizzone in quota Udc ed ex presidente dell’Assemblea siciliana, e Nino Caleca, che fu il legale di Totò Cuffaro e assessore in una delle tante metamorfosi della giunta di Rosario Crocetta. Se per il Tar la regolarità del voto non è stata inficiata dall’errore, per il Cga invece avere sbagliato la stampa della scheda elettorale non conferme al facsimile stabilito col sorteggio è stato determinante.

Il vulnus riguarda la posizione di due candidati a sindaco: Michele Termini appoggiato da Iv e FdI e Vito Terrana Mpa e ora Dc di Cuffaro. Nella scheda contestata i 5 sono stati inseriti tutti nella parte sinistra, mentre il quinto dove essere a destra: per i giudici quest’errore avrebbe mandato in confusione alcuni elettori. Alcuni rappresentanti di lista – si legge nella sentenza del Cga – hanno sostenuto che ci sarebbero stati 91 voti contestabili proprio per quell’errore; in realtà nessun rappresentante di lista, a chiusura dei seggi il 15 giugno di un anno fa, aveva sollevato perplessità, tant’è che nei verbali redatti dai presidenti dei 16 seggi non risulta alcuna segnalazione. Non solo. Pitruzzella (sostenuto da Pd e M5S), che vinse le elezioni con uno scarto di soli 18 voti sul secondo (Vito Terrana) e di 38 sul terzo (Michele Termini), nella scheda contestata aveva mantenuto la stessa posizione che gli era stata attribuita nel sorteggio. «Io dunque non ho certo beneficiato dell’errore», dice l’ex sindaco al manifesto. La Prefettura è stata condannata a pagare 8 mila euro di spese legali e ieri ha reso noto di avere avviato una indagine interna per risalire alle responsabilità dell’errore. Intanto Campobello di Licata rimane nel limbo. Non si sa ancora quando i 10.569 elettori si potranno recare di nuovo alle urne. Proprio ieri con un decreto il governo Schifani ha fissato le prossime amministrative al 22 e 23 ottobre, ma non c’è Campobello di Licata: si voterà nei comuni, sciolti due anni fa per mafia, San Giuseppe Jato, Bolognetta e Calatabiano.

Nella squadra dell’ex sindaco, che aveva avviato la lotta all’evasione della Tari chiedendo e ottenendo il pignoramento dei conti correnti dei morosi e si avviava alla sospensione delle licenze ai commercianti evasori, aleggiano dubbi e sospetti. Il Pd annuncia una interrogazione parlamentare al ministero degli Interni. «Mi vorrei sbagliare, ma la sensazione è che quella del Cga sia una sentenza politica – aggiunge Pitruzzella, che ha già svuotato la scrivania – Il Tar aveva respinto il ricorso presentato da due cittadini facendo proprie le motivazioni dei nostri legali, mentre la difesa della Prefettura è stata a dir poco blanda. A marzo la questione è finita al Cga, i giudici hanno impiegato cinque mesi per la sentenza. Perché tutto questo tempo? E la Prefettura neppure s’è presentata». Soddisfatto, invece, Michele Termini, giunto terzo due anni fa: «Giustizia è fatta». Ma Pitruzzella annuncia che si ripresenterà al voto: «La vera sentenza per me è quella degli elettori». Intanto prepara le valigie. Destinazione Lampedusa. Dal primo settembre, il sindaco silurato dai giudici – e che di professione fa il commercialista – insegnerà economia aziendale agli studenti dell’isola. Aspettando il ritorno alle urne.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento