Lo spettacolo prende nome dal protagonista, che però non si vede in scena, essendo un sans papier in eterno movimento, per le strade di Parigi. Anche se la sua presenza si fa via via più forte e consistente mentre viene evocato dal suo interlocutore, che è stato, anche nella realtà, suo amico e depositario di confidenze e ragionamenti.

Nicola Russo ha incontrato davvero Christophe, o il posto dell’elemosina (in scena all’Elfo fino al 7 aprile). Con quel «barbone» ha parlato la prima volta, scoprendone la cultura e i comportamenti per niente «marginali» , che dimostravano anzi una gran conoscenza del mondo, dei suoi funzionamenti, e delle convenzioni e dei modi possibili per superarle. Si è instaurato quindi un rapporto tra i due, che data l’abilità di Christophe nell’ usare gratuitamente servizi (come quelli postali) e consulenze, permette ai due di avviare un bel rapporto epistolare. Che prosegue ovviamente a distanza, anche se attraversato da incontri in cui i due si vedono a Parigi.

Per Nicola (attore atletico e autore delicatissimo dello spettacolo che quel rapporto rracconta) è una grande lezione di vita, anche se i tempi tra un incontro e un altro non sono brevi.

Nicola Russo ha incontrato davvero Christophe. Con quel «barbone» ha parlato la prima volta, scoprendone la cultura e i comportamenti per niente «marginali»

POI UN GIORNO, Christophe sparisce, lui che pure si era dimostrato tanto esperto nel sopravvivere con alto grado di civiltà nella società che lo aveva voluto «mendicante». La risposta scenica di Nicola Russo è bellissima, senza patetismi né «buonismi». Quasi aspettasse di reincontrarlo, gli dedica un robusto esercizio, fisico e morale.

Nasce così lo spettacolo, forse meglio ode civile e fraterna, che lo stesso Teatro dell’Elfo (con cui da tempo l’artista lavora, così come era stato con Ronconi in un memorabile Peccato fosse puttana al teatro Farnese di Parma) ha aiutato a produrre, insieme ad una inusuale partecipazione della Caritas ambrosiana. Un segnale molto forte di civiltà teatrale.