Lavoro

Per la sicurezza del lavoro e contro la repressione

Per la sicurezza del lavoro e contro la repressioneOperai della Texprint di Prato davanti alla procura per protestare contro il fermo di lavoratori e sindacalisti Si Cobas – Foto di Aleandro Biaganti

L'Assemblea Domani a Firenze convegno al Cpa. In Toscana sei morti in poche settimane mentre Rls e sindacalisti vengono colpiti

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 25 settembre 2021

Forte della premessa che «chi lotta per la sicurezza e e la salute nel lavoro va difeso incondizionatamente» domani a Firenze si tiene un convegno- assemblea sul tema: “Sicurezza, salute, obbligo di fedeltà”. Dalla 10,30 alle 16.30 al Cpa Firenze-Sud (via Villamagna 27) si discuterà dei troppi morti sul lavoro in Toscana – sei in due settimane – e della repressione che colpisce chiunque denunci la mancanza di sicurezza sul lavoro.
Un convegno che abbia come protagonisti familiari di stragi e morti sul lavoro; lavoratori e lavoratrici, Rsu (rappresenti sindacali unitarie) e Rls (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza), attivisti/e che lottano e sono colpiti dalla repressione – come gli operai e i sindacalisti Si Cobas della Texprint di Prato sgomberati e fermati dalla polizia seppur in sciopero della fame; esperti che mettono a disposizione conoscenze e competenze a sostegno di chi subisce rappresaglie fino al licenziamento e di chi conduce la lotta per l’unità della classe.
Un Convegno di approfondimento e studio, per una coscienza e forme di organizzazione superiori, a cui invitiamo sindacati, coordinamenti e comitati di lavoratori in lotta, chi è colpito dalla repressione padronale e di Stato, per contrastare il famigerato “obbligo di fedeltà”. Un appuntamento per coordinare forze disponibili a unirsi, diffondere e propagandare appelli e proposte.
Tra i partecipanti anche Dante De Angelis, il macchinista licenziato due volte – e due volte reintegrato – dalle Ferrovie dello stato e uno dei Rls che si erano costituiti parte civile nel processo per la strage di Viareggio, la cui beffarda sentenza della cassazione – non riconoscendo i reati per la sicurezza sul lavoro – ha costretto a ripagare le spese legali per il loro impegno per la verità.

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