Per il principe ereditario bin Salman un caloroso benvenuto a Bruxelles
Primo vertice Ue-Paesi del Golfo Perdonati i crimini del monarca saudita. Al tavolo sedeva accanto a Giorgia Meloni
Primo vertice Ue-Paesi del Golfo Perdonati i crimini del monarca saudita. Al tavolo sedeva accanto a Giorgia Meloni
Arriva da protagonista nel consesso dei leader europei, Mohammed Bin Salman. Il monarca saudita – novello Lorenzo il magnifico del Rinascimento arabo (nella versione renziana), autocrate sanguinario secondo oppositori e organizzazioni per i diritti umani – ha preso parte al summit Ue-Paesi del Golfo, tenutosi ieri a Bruxelles.
Lo scopo del primo vertice di alto livello dedicato alla cooperazione tra Bruxelles e diversi stati del Golfo, primi fra tutti il Qatar dell’Emiro Al Tani e l’Arabia Saudita guidata dallo stesso Mbs in veste di leader di fatto della rappresentanza – completata da Kuwait, Bahrein, Oman ed Emirati arabi uniti – , è quello di aprire una breccia, tra quei paesi dai forti legami con Mosca, sul fronte delle alleanze internazionali e su quello energetico. Un vertice, quello di ieri, tra l’altro preparato da Luigi di Maio nella sua veste di inviato Ue nel Golfo e le cui discussioni riguardo ai fronti di guerra, Medio Oriente e Ucraina, potranno condizionare le conclusioni del Consiglio europeo in programma oggi, sempre a Bruxelles.
IL PRINCIPE EREDITARIO saudita ha ricevuto un caloroso benvenuto da parte del padrone di casa, il presidente del Consiglio Charles Michel e della presidente della Commissione Ursula von der Leyen, si è mostrato sorridente al tavolo del Consiglio dove sedeva vicino a Giorgia Meloni. È stato insomma accolto come il leader di un paese chiave per gli equilibri di una regione infiammata dalle guerre e come possibile sponda per arginare Mosca. Solo che «immaginare i leader europei sorridenti e che stringono la mano a un uomo presumibilmente responsabile dello smembramento di un giornalista come Jamal Khashoggi è profondamente inquietante», attacca Daniel Freund, europarlamentare tedesco dei Greens. «La nostra indignazione e il nostro disgusto per questa orribile violazione dei diritti umani non possono essere accantonati per il bene di accordi rapidi con i dittatori», conclude Freund.
«Ci auguriamo che Giorgia Meloni non abbia stretto la mano al principe saudita accusato di gravi crimini come quello di Khashoggi», aggiunge l’eurodeputato M5S Danilo Della Valle (Left). Il problema è che, una volta passato il momento della condanna e dello sdegno internazionali dopo l’uccisione riconducibile a Mbs del giornalista nel consolato saudita a Istanbul nel 2018, la più grande autocrazia del Golfo è tornata velocemente al centro dei corteggiamenti internazionali.
Al netto della foglia di fico della stagione di riforme da parte del principe ereditario, le violazioni dei diritti umani e delle donne continuano indisturbati. Ma il petrolio e le relazioni commerciali sono stati il vettore della normalizzazione dei rapporti con Tel Aviv, corollario agli Accordi di Abramo, quasi completata poco prima dello scoppio del conflitto a Gaza un anno fa. E anche di quella ancora più clamorosa con Teheran, con cui nella primavera del 2023 Riad aveva riallacciato i rapporti diplomatici. Fuori dalla regione, Mbs ha giocato abilmente con l’alleato storico americano, prospettando l’intensificazione delle relazioni con Mosca e Pechino per negoziare accordi commerciali sempre più vantaggiosi. E la consacrazione a Bruxelles segue in fondo soltanto una linea di continuità.
I DATI DI AMNESTY international ricordano come le esecuzioni capitali sono cresciute esponenzialmente negli ultimi anni, raggiungendo nel 2024 un numero record che sfiora le 200. Di tutto questo non c’è traccia però nel vertice, non se ne fa parola da parte dei paesi Ue che si fregiano di fondarsi sul rispetto dello Stato di Diritto.
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