Italia

«Per il Campidoglio tutto va bene, ma si rischia una nuova emergenza»

Rom e migranti a Roma La sopravvivenza di centinaia di rifugiati è affidata al solo lavoro dei volontari

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 30 marzo 2017

Partiamo da un presupposto: i fenomeni non vanno negati, ma governati: soprattutto quando sono difficili da affrontare. E governare i fenomeni implica inevitabilmente la necessità di non fingere che quei fenomeni non esistano.

Non fingere, ad esempio, che a Roma, per tutto l’anno scorso, centinaia di migranti, quasi tutti potenzialmente destinatari di protezione internazionale e tra i quali molti minori, siano stati costretti per mesi a dormire per strada, assistiti dai soli volontari e braccati dalle forze dell’ordine, prima che ci si decidesse a metterci una pezza.

Non fingere di non sapere che con la primavera, e l’aumentare fisiologico degli sbarchi, le persone costrette a vivere quella condizione torneranno ad aumentare, fino a raggiungere di nuovo numero vertiginosi: e che l’inizio di questo processo è riscontrabile già in queste settimane.

Non fingere di non vedere che si sta preparando lo stesso, identico copione dell’anno scorso: sgomberi, appelli, presidi, incontri per trovare un’altra soluzione di emergenza che a sua volta si rivelerà insufficiente perché non pianificata.

Non fingere che queste misure emergenziali siano le uniche risposte possibili: perché a Milano la stessa situazione viene gestita da tempo in modo organizzato, e permette di fornire accoglienza e assistenza legale a migliaia e migliaia di persone.

Non fingere che i centri per l’accoglienza disseminati nella Capitale rispondano ai requisiti dello Sprar, mentre sappiamo tutti che si tratta perlopiù di depositi in cui vengono ammassate decine di esseri umani senza alcuna attività che favorisca la loro integrazione.

Non fingere di non sapere che finché le cose andranno così la questione dell’accoglienza continuerà a provocare tensioni, specie nelle periferie, e che quelle tensioni alimenteranno le peggiori istanze populiste, razziste e xenofobe.

Non fingere di non vedere che senza strumenti idonei qualsiasi cambiamento è impossibile: malgrado le buone intenzioni, la buona volontà, l’onestà, la dedizione.

Con le delibere di iniziativa popolare «Accogliamoci», promosse da Radicali Roma, Associazione 21 luglio, A buon diritto, Arci, Possibile, Asgi, Un ponte per, Cild, insieme ai 6mila romani che le hanno sottoscritte, in discussione nell’Assemblea Capitolina, proponiamo appunto degli strumenti.

Proponiamo che i centri di accoglienza vengano monitorati; che quel monitoraggio non venga affidato alla buona volontà di chi deve effettuarlo, ma sia organizzato e pianificato; che sia svolto dal Comune insieme alla Prefettura e a un’organizzazione autorevole e indipendente come l’Unhcr; che venga eseguito con scadenze definite e risultati misurabili.

Proponiamo che gli stessi soggetti, Comune, Prefettura e Unhcr, avviino una cabina di regia istituzionale che governi l’intero fenomeno dell’accoglienza a Roma, evitando così che la situazione cui abbiamo assistito lo scorso anno possa ripetersi ancora.

Proponiamo, nella seconda delibera, il superamento dei campi rom attraverso i percorsi di inclusione, fornendo anche in questo caso strumenti ragionevoli, efficaci e pronti da adottare.

Non è sufficiente, per realizzare questi obiettivi, dire «stiamo lavorando»: perché senza una presa di coscienza della realtà, senza smettere di ignorare ciò che invece si dovrebbe affrontare, e senza gli strumenti adeguati per farlo, governare qualsiasi fenomeno è semplicemente impossibile. E non governare i fenomeni significa lasciare che essi si sviluppino in modo incontrollato, creando difficoltà ai romani e spalancando le porte al malaffare che si dice di voler combattere.

Adottare le delibere «Accogliamoci» significherebbe proprio questo: corrispondere a ciò che i cittadini chiedono e a quanto è necessario per governare i fenomeni che abbiamo davanti agli occhi, nel rispetto dei diritti e della dignità di tutti, con coscienza e senso di responsabilità. Una responsabilità che ci auguriamo oggi venga adoperata.
* segretario Radicali Roma

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