Per capire il «dopo» è utile guardare alla Cina
Coronavirus Lì lo tsunami è passato e la vita torna alla normalità, ma il virus per ora rimane sotto controllo. Un’analisi dell’Imperial College di Londra studia l’uscita dall’epidemia di Covid
Coronavirus Lì lo tsunami è passato e la vita torna alla normalità, ma il virus per ora rimane sotto controllo. Un’analisi dell’Imperial College di Londra studia l’uscita dall’epidemia di Covid
Come sarà “dopo”? Anche se l’agognato picco dell’epidemia non è ancora stato raggiunto, sono già tanti quelli che si chiedono come usciremo dall’emergenza che sta tenendo chiuse in casa milioni di persone e esponendone altrettante a lavorare in condizioni di insicurezza. Per farsi un’idea, è utile guardare alla Cina, dove l’epidemia è sotto controllo: i pochi casi che si contano sono ormai dovuto all’importazione del virus dall’estero. I provvedimenti drastici assunti dal governo per soffocare il focolaio dell’Hubei vengono gradualmente allentati. Riapre la Grande Muraglia, ripartono i trasporti un po’ ovunque e solo a Wuhan le misure rimarranno in vigore fino all’8 aprile. Nelle città più lontane dall’epicentro in realtà l’attività era già ripresa.
L’epidemia, però, non sembra essere ripartita come molti temevano. È presto per dirlo in modo definitivo, ma i dati analizzati dai ricercatori dell’Imperial College di Londra guidati da Neil Ferguson sembrano incoraggianti.
Gli scienziati hanno analizzato gli spostamenti attraverso i dati personali raccolti attraverso gli smartphone da Baidu, uno dei colossi dell’hi tech cinese, che gestisce il principale motore di ricerca e di geolocalizzazione cinese. I dati anonimizzati mostrano che in regioni come Guangdong e Zhejiang gli spostamenti sono tornati al livello pre-crisi, e altrove (Pechino, Hunan, Henan, Hongkong) il traffico sta aumentando rapidamente. Al grafico che descrive il volume degli spostamenti, i ricercatori hanno sovrapposto quello che corrisponde al coefficiente R, cioè il “tasso di riproduzione dell’epidemia”. È il numero medio di persone che vengono contagiate da ciascun individuo positivo. Se R è minore di 1, significa che l’epidemia va verso l’esaurimento. Se R è superiore a 1, invece, l’epidemia si diffonde. All’inizio dell’epidemia, quando il virus circolava incontrollato, R era a livello 3. Il durissimo lockdown di Wuhan lo ha riportato giù quasi fino a zero, e lì continua a rimanere anche con la graduale riapertura. Uno scenario diverso da quello previsto dagli stessi ricercatori per il Regno Unito dopo la fine dell’epidemia, dove il contagio sembra destinato a impennarsi con la fine delle restrizioni. «Questi risultati forniscono le prove che le strategie di contenimento adottate in Cina continuano a essere efficaci anche se l’economia riparte». Questi risultati non escludono future epidemie in Cina, spiegano gli scienziati, ma possono assistere i processi decisionali di altri paesi una volta che il contenimento dell’epidemia sia stato raggiunto.
Ricerche come queste dimostrano anche la fondamentale importanza della condivisione dei dati tra aziende e ricerca pubblica. Le società del settore delle telecomunicazioni possiedono enormi quantità di dati personali utilizzati principalmente a scopo pubblicitario. Ma quegli stessi dati in forma anonima sono utilissimi per la ricerca sociale, soprattutto in situazioni che richiedono una rapida capacità di analisi e di risposta, come un disastro naturale o, appunto, un’epidemia. (
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