Lavoro

«Pensioni sul conto dal primo del mese» Ma serve un decreto

«Pensioni sul conto dal primo del mese» Ma serve un decretoIl presidente dell'Insp Tito Boeri

Boeri (Inps) Ora il pagamento è scaglionato. Accordo con le banche. Necessaria però una modifica alla legge

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 21 aprile 2015

L’assegno della pensione dal primo del mese. La rivoluzione del professore bocconiano all’Inps inizia dalle piccole cose. Tra i tanti annunci ad effetto del neo presidente Tito Boeri il primo a concretizzarsi sarà l’accredito al primo giorno di ogni mese. Sempre che – dopo l’accordo trovato da Boeri con le banche a costo zero sulla partita di giro del cambio di date e ratei di interessi – il governo promulghi in fretta un decreto per rendere possibile la modifica alla legge vigente.

La novità comunque non è affatto formale. Ad oggi le 18 milioni di pensioni erogate sono scaglionate: limitandosi solamente ai due più grandi gruppi di pensionati, il primo del mese vengono accreditati sui conti correnti degli ex lavoratori privati, mentre per gli ex lavoratori pubblici che prima erano all’Inpdap – l’ente assorbito che ha formalmente creato un gigantesco buco di bilancio – l’accredito arriva il 16.

Il governo Renzi aveva poi complicato ulteriormente le cose, provocando un ulteriore scaglionamento: nell’ultima legge di stabilità si era stabilito che chi aveva un doppio trattamento (pensione ex Inps e reversibilità o assegno di accompagnametno Inpdad) avrebbe dovuto aspettare fino al 10 del mese per l’accredito. Una scelta che aveva provocato la protesta dei sindacati dei pensionati:
Da loro era partita quindi la richiesta di anticipare l’erogazione per tutti al primo del mese. Richiesta ora soddisfatta da Boeri. Un primo punto di contatto che porta alla soddisfazione dello Spi Cgil. «Una nostra vittoria, una nostra richiesta accolta. Ora serve che il governo faccia subito un decreto».

Anche questa è una novità: finora i sindacati erano stati molti critici con Boeri, reo di voler mettere nuovamente mano alle pensioni ad esempio con la proposta di calcolo contributivo per tutti, anche per chi è già in pensione. La critica di essere una sorta di ministro del Lavoro ombra è comune a molti, primo fra tutti l’attuale inquilino di via Veneto Giuliano Poletti.

Ma anche ieri – in un convegno proprio alla Bocconi di Milano – Boeri ha rivendicato «il diritto di fare proposte, che non è certamente un modo di violare le regole della democrazia come qualcuno ha sostenuto». Una proposta organica che si muove su un unico asse assistenza-previdenza in grado «di autofinanziarsi e di reggersi sulle proprie gambe» e che arriverà «entro giugno».

Tra queste proposte anche quella relativa al reddito minimo garantito. «Il fattore trainante della povertà – ha detto Boeri – è la perdita del lavoro. La recessione è stata uno stress test per i sistemi di protezione sociale. Tuttavia – ha aggiunto Boeri – era un fenomeno tutt’altro che inevitabile perché se da noi è sufficiente perdere lo 0,5% del Pil per vedere aumentare la povertà – ha osservato – ci sono altri paesi in cui questa soglia è del 2%».

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