Tratta da una leggenda Maya, ricorre più volte nella riflessione saggistica di un decano delle nostre lettere, Walter Pedullà, la inconciliabilità tra il cerchio e il quadrato (la sfera e il dado) e dunque tra gli scrittori che tornano continuamente sui propri passi (fissi a un nucleo percettivo così come ad un ordito testuale inderogabile) e gli scrittori viceversa che amano svoltare all’improvviso sospettando ogni linearità del decorso. L’immagine torna anche nella bella e ricca autobiografia del critico calabrese, Il pallone di stoffa. Memorie di un nonagenario (Rizzoli, «La Scala», pp. 541, euro 22), che festeggia il suo invidiabile compleanno...