Europa

Pechino a Bruxelles: «Cooperazione sia equa»

Cina/Unione europea Reciprocità è la «parola d’ordine» dell’Unione europea. Il nodo 5G rimane irrisolto

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 19 marzo 2019

Proprio alla vigilia della visita italiana (e francese) del presidente della Repubblica popolare cinese Xi Jinping, il ministro degli esteri cinese Wang Yi a Bruxelles per i lavori del dialogo strategico Ue-Cina con l’Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera e di sicurezza, Federica Mogherini, ha cercato di rassicurare tutti, ponendo però molto in chiaro le esigenze cinesi in tema di relazioni con l’Unione europea.

La vigilia di questo incontro è stata movimentata proprio dalla firma, ormai scontata, benché la valenza sia minore rispetto alle aspettative, del memorandum d’intesa tra Pechino e Roma per quanto riguarda la nuova via della seta cinese. L’accusa mossa da molti paesi della Ue, nonché dagli Usa, ma per altri motivi, è la seguente: Bruxelles ritiene che Pechino agisca per lo più con accordi bilaterali per screditare o quanto meno ignorare l’esistenza di Unione europea. Queste accuse sono spesso contraddette dai fatti, non tanto per volontà di Pechino, quanto dei paesi europei che sembrano ben lieti di trattare singolarmente con la Cina (vedi ad esempio la Germania, principale partner europeo di Pechino). Wang Yi, da buon cinese, ha deciso di giocare la consueta carta, quella della rassicurazione. L’obiettivo della Ue è quello di portare la Cina a rispettare la reciprocità, stessa cosa richiesta dagli Usa e non a caso oggetto di negoziazione in sede di trattative per la questione dei dazi.

Secondo Wang Yi tra Cina e Unione europea si sarebbe già trovato un consenso, in dieci punti: innanzitutto sia Cina sia ‘Ue sostengono il multilateralismo e si oppongono alla pratica unilaterale; in secondo luogo, entrambe le parti sostengono le Nazioni unite che svolgono un ruolo dominante negli affari internazionali e salvaguardano le norme di base delle relazioni internazionali basate sugli scopi della Carta delle Nazioni Unite. In terzo luogo, sia Pechino sia Bruxelles sostengono un’economia mondiale aperta e si oppongono al protezionismo, elemento questo che dovrebbe essere contenuto anche nel memorandum d’intesa tra Italia e Cina, un chiaro riferimento contro la politica protezionista di Trump. Nel quarto punto Wang – come riportato da Agenzia Nova – ha detto che «Cina e Ue sostengono il sistema commerciale multilaterale basato sulle regole, la riforma e il rafforzamento dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc)».

Poi, secondo il ministro degli esteri cinesi, Ue e Cina condividono la risoluzione pacifica delle questioni centrali e le controversie regionali attraverso il dialogo e la consultazione, supportano una più forte cooperazione internazionale contro le sfide globali, incluso il cambiamento climatico. Non manca un punto dedicato alla non proliferazione nucleare e il mantenimento della stabilità strategica globale. Il documento ribadisce poi che entrambe le parti sostengono l’attuazione dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e l’impegno a ridurre la disuguaglianza economica e la divisione Nord-Sud.

Al nono punto Wang ha spiegato che entrambi sostengono la campagna contro tutte le forme di terrorismo e adottano misure per contenere la diffusione dell’estremismo. L’ultimo punto elencato dal ministro cinese è relativo al sostegno del sistema e dell’ordine internazionale del dopoguerra e non costruiranno un altro nuovo sistema.

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