Cosa rende una donna felice e a quali gradi di libertà e autodeterminazione può aspirare una giovane sposa nella società africana del terzo millennio? Può davvero il matrimonio essere ancora il solo ambito di realizzazione femminile e la speranza di essere l’unica moglie l’obiettivo supremo da perseguire con tutti i mezzi e tutte le forze? Questi gli interrogativi che il romanzo d’esordio della ghanese Peace Adzo Medie suscita (L’unica moglie, Francesco Brioschi Editore, pp. 267, euro 18.00, traduzione di Gabriella Grasso) attraverso la storia di Afi, che dalla cittadina di Ho affacciata sul lago Volta si trasferisce nella capitale Accra per raggiungere un marito appena sposato in absentia per scelta della famiglia, apparentemente «un buon partito», ma con una pregressa unione mai ufficializzata da cui non pare affatto intenzionato a volersi affrancare.

TRA DESIDERIO di compiacere il suo uomo e soddisfare le aspettative che l’intero clan ripone su di lei, ma anche di trovare una sua strada e identità, Afi scopre i piaceri del sesso e inizia a lavorare, dividendosi tra i doveri della casa (con la sua cucina che profuma di spezie e nelle cui pentole ribollono zuppe di gombo, akple e kontomire) e il laboratorio di cucito dove viene assunta come apprendista (con l’allettante promessa di aprire una boutique tutta sua nel nuovo centro commerciale in città), determinata a primeggiare ed eliminare la fantomatica ingombrante concubina.

In una società in bilico tra tradizione e modernità che le vorrebbe ancora dedite e sottomesse, le donne del romanzo, rivali o sostenitrici, fidanzate, giovani mogli o attempate matriarche e talvolta impiccione consigliere, scandagliano il ventaglio delle possibilità di realizzazione loro concesse, lambendo a più riprese la spinosa questione della poligamia, latente ma ancora fondamentale in tutto il continente, e sottolineando come in fondo il matrimonio sia sempre e comunque una scommessa, non concedendo però ancora grandi spiragli di felicità femminile al di fuori di esso o indipendentemente da una figura maschile di riferimento.

NATA IN LIBERIA e cresciuta in Ghana, Peace Adzo Medie ha al suo attivo una serie di racconti e il saggio Global Norms and Local Action: The Campaigns to End Violence against Women in Africa. Attualmente insegna Gender and International Politics all’Università di Bristol ed è ricercatrice presso l’Università del Ghana, con un particolare focus sulle questioni di genere e i conflitti in Africa.