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Pd-M5S, si tratta aspettando il nome giusto

Pd-M5S, si tratta aspettando il nome giustoAndrea Fora

Regionali in Umbria In campo per ora c’è Fora, ma il Pd spera che il rifiuto di Cucinelli non sia definitivo

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 15 settembre 2019

Tutti hanno qualcosa da perdere alle regionali dell’Umbria in programma per il 27 ottobre. Qualcuno più di altri: il Pd e il Movimento 5 Stelle più della destra, cioè. Dovesse vincere la (per ora) favorita candidata leghista Donatella Tesei, le spinte di Matteo Salvini per un ritorno nazionale alle urne diventerebbero fortissime, e chi lo sa se il neonato governo giallorosso riuscirebbe a resistere. Ad ogni modo, un’ipotetica alleanza tra democratici e pentastellati con vittoria annessa isolerebbe sempre più Salvini, che perderebbe in un lampo il presunto tocco magico del leader imbattibile, cosa di non secondaria importanza in tempi come questi.

La partita è aperta, e questo già è un fatto non scontato: dopo la rovinosa caduta della giunta di Catiuscia Marini per lo scandalo sanità, la strada pareva spianata per un trionfo della destra. Il commissario dem Walter Verini, però, aveva pensato alla strada della coalizione con i 5S già qualche mese fa, prima della crisi di governo. L’idea era semplice: candidare un civico in grado di attirare i voti grillini, senza disdegnare l’ipotesi di un accordo politico vero e proprio, anche perché il famigerato regolamento interno del partito di Di Maio in linea teorica consentirebbe alleanze locali con movimenti civici.

L’alleanza di governo sembrerebbe poter favorire questa ipotesi, e infatti i pontieri di entrambe le forze politiche sono al lavoro ormai da qualche settimana. Insomma, in realtà questo accordo lo vogliono tutti, ma bisogna impegnarsi a trovare un come e un perché credibili, visto che, si sa, in politica le fusioni fredde raramente funzionano e le somme dei voti non fanno mai il totale. Somme che, detto per inciso, comunque sulla carta nemmeno basterebbero, visto che alle ultime europee i partiti centrodestra insieme hanno superato il 50% dei suffragi.

Al Pd e al M5S serve dunque un nome potabile per i rispettivi elettorati e un programma decoroso. Il secondo elemento dipende dal primo. E allora Verini un nome buono già lo avrebbe: Andrea Fora, presidente di Confcooperative, cattolico, più o meno ascrivibile all’area del centrosinistra ma da sempre privo di tessera in tasca. I 5S possono accettare un nome fatto dal Pd? Non si sa, e infatti tra i militanti c’è chi pensa che Fora sia stato buttato sul ring subito per essere bruciato.

Si è parlato, infatti, di un altro personaggio: Brunello Cucinelli, imprenditore, «il re del cachemire», il trentatreesimo uomo più ricco d’Italia secondo Forbes. Lui, in realtà, avrebbe già declinato l’offerta ma non sono pochi nel Pd a credere che non si tratti di un rifiuto definitivo. D’altra parte già si era pensato a lui nel 2016, e qualche sondaggio era stato fatto anche nei giorni burrascosi successivi alla resa di Marini.

E lì Cucinelli aveva anche accettato di mettersi a tavolino e discutere, chiedendo tuttavia «carta bianca» al partito, cosa che non era piaciuta affatto a Verini. Adesso però le condizioni sono cambiate, e il grimaldello per mediare tra il Pd e Cucinelli sarebbe l’ex europarlamentare Silvia Costa, amica personale dell’imprenditore. Si vedrà, certo è che sarebbe una candidatura pesantissima in grado di sparigliare le carte anche a destra, con i berlusconiani che potrebbero riconoscersi nel suo profilo di «capitalista dal volto umano», come lo definiscono alcuni nel Pd perugino.

Salvini è già in piena campagna elettorale, ma le sue prime uscite pubbliche in Umbria non sono certo state un successone. Anzi. Il suo arrivo alla Sagra della cipolla di Cannara ha imbarazzato non poco gli organizzatori, costretti a scrivere un comunicato di presa di distanza in cui si chiariva che la visita è stata un’iniziativa personale dell’ex ministro (cioè che nessuno lo aveva invitato), che sono benvenuti i rappresentanti di tutte le forze politiche e che, comunque, tra le iniziative della sagra c’è anche una raccolta fondi per i bambini di Haiti, «quindi sotto il profilo sociale nessuno ci può dare lezioni». Quando poi Salvini ha annunciato che sarebbe andato a fare visita anche a una taverna della Quintana di Foligno per una cena medievale in compagnia di armigeri, dame e cavalieri, il rione ha preferito annullare l’evento.

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