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Pd, il partito-gadget vende biglietti Expo scontati per giovani under 30

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Inchiesta Nutrire il marketing, energia per il Pd. Questo lo slogan di Pietro Bussolati, segretario milanese del partito di Renzi. Un accordo con Expo gli ha permesso di vendere 200 biglietti scontati al grande evento insieme alla tessera del Pd per i giovani con meno di 30 anni. Secondo Bussolati, anche la Cgil, come le associazioni, scuole e università, fa la stessa cosa. Il made in Italy: quando il brand etico è l'anima della società civile.

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 9 aprile 2015

Expo-entusiasta al punto da trasformare il partito Democratico di Milano in un rivenditore ufficiale per l’esposizione universale che inizia il primo maggio. E’ l’affermazione del segretario cittadino, Pietro Bussolati.

Il partito-gadget: tessere a prezzi stracciati per l’Expo, il brand nazionale. I giovani under 30 neoiscritti potranno acquistare una tessera per 25 euro e in cambio potranno visitare la mega sagra che “nutre il pianeta” e dà “energia alla vita”. E fa lavorare gratis all’incirca 18500 volontari, secondo l’accordo sindacale firmato con Cgil-Cisl-Uil il 23 luglio 2013. Gli under 30 milanesi, e non solo, si confermano al centro delle ossessioni del grande evento: prima li si vuole far lavorare gratis. Poi li si vuole far iscrivere al partito di Renzi.

Avere Expo nel Dna
Nelle parole di Bussolati l’identificazione con Expo è assoluta: «Il PD è l’unico partito a Milano ad essere rivenditore ufficiale dei biglietti per Expo 2015». La trasformazione in un partito-rivendita, come una ricevitoria, un agenzia scommesse o un tabaccaio è un’idea a suo modo originale. E ha ragione Bussolati a rivendicare l’originalità della sua iniziativa.

La reazione ufficiale del partito milanese viene prima affidata alla pagina facebook: “Siamo onorati di tutta l’attenzione che si sta dando all’affaire “il pd vende i biglietti di expo”. State sereni! Il pd di Milano è in regola con le procedure di rivendita dei biglietti di Expo essendo un rivenditore ufficiale autorizzato come molti altri in città e fuori. Possiamo far avere ai nostri iscritti ad un prezzo vantaggioso i biglietti aperti, e a nostra discrezione (non ricevendo alcun finanziamento pubblico ma basandoci solamente, da ormai 1 anno, su libere sottoscrizioni volontarie) abbiamo scelto di far avere ai giovani la possibilità di visitare l’esposizione universale ad un prezzo ridotto e per loro accessibile. Le università stanno agevolando la visita ad expo per i loro studenti, noi abbiamo pensato di contribuire ad allargare quest’offerta anche ai giovani che universitari non sono offrendo loro sia la possibilità di partecipare alla vita del nostro partito che quella di vedere l’esposizione. In ogni caso, a brevissimo, sarà pubblicato il regolamento finanziario per esteso che darà i dettagli di tutta l’operazione”.

Due sono le notizie. La prima: il Pd vende biglietti Expo (costo di 32 euro) per autofinanziarsi. Come se fosse un “democratic party” (le ex “feste dell’unità” o la sagra del fungo cardoncello in Puglia per finanziare una sezione. Solo che Expo non è un’iniziativa del partito (così come non lo è la sagra del fungo cardoncello).

Il fatto di stare al governo porta i suoi esponenti a credere di incarnare i destini di una nazione, e quindi a condividere le sorti dell’Expo. Seconda notizia, più rilevante della psicologia di Bussolati: non solo il Pd, ma anche le università milanesi vendono – a prezzo ridotto – i biglietti per Expo.

Le reazioni
Il caso ha fatto rumore. Grillo ha detto: “Il Pd -si legge nella nota- ha perso 400 mila iscritti in un anno, gliene sono rimasti 100 mila. Per promuovere il tesseramento hanno avuto un’idea geniale: compra la tessera Pd e ti diamo il biglietto per entrare gratis a Expo. Due pacchi al prezzo di uno. Venghino siori venghino!”. Ferrero, di Rifondazione Comunista: «L’offerta promozionale del Pd di Milano che regala un buono sconto per entrare all’Expo ai giovani che prendono la tessera del Pd mi pare coerente con il decadimento di quel partito, che non ha più niente di sinistra: a quando il tre per due?».

Per il Pd anche la Cgil vende biglietti Expo
Bussolati è stato intervistato dall’Huffington Post e ha dato altre informazioni. Importanti per chi analizza la logica del grande evento e come ha colonizzato il paesaggio mentale, e lavorativo, dell’Italia al settimo anno di crisi.Le notizie sono queste:

1) Se un giovane universitario volesse risparmiare sul biglietto non deve comprarlo dal Pd ma dalle università che fanno prezzi ancora più bassi, meno 10-15 euro. I biglietti Expo comprati dal Pd sono 200. Al Pd sono costati 20 euro. Saranno rivenduti a 22. Il ricavo è di due euro. Per 200 iscritti in più, sperano i renziani milanesi.

2) Notizia ancora più importante: anche la Cgil vende biglietti Expo: “Siamo una associazione e come associazione abbiamo il diritto di comprare e rivendere i biglietti agli associati. A condizioni pari di Cgil o altri” dice Bussolati. Dunque, non solo il sindacato di Susanna Camusso ha siglato l’accordo sul lavoro volontario all’Expo ma, stando al segretario Pd, vende i biglietti per l’evento. Così facendo diventa sponsor di un evento commerciale su un tema etico.

3) Il Pd milanese è “sub seller” di Expo. “Come molte altri associazioni” ribadisce Bussolati.

4) I vertici nazionali del partito non erano stati informati, mentre Bussolati ha ricevuto mail che chiedono i dettagli dell’offerta. Da queste notizie emerge un fatto: Expo ha brandizzato partiti, sindacati e associazioni. E le scuole (qui il link per prenotare una visita con accompagnatore all’Expo) La cosiddetta “società civile” ha inghiottito il grande evento e così Expo si è conquistato il consenso che serve ad un’iniziativa che ha messo in moto la macchina simbolica dell’etica, del politicamente corretto, dell’agro-business e del cibo-slow comme il faut nei week-end del borghese illuminato a pranzo. O a cena con il vino buono.

Come si diventa rivenditore autorizzato di biglietti Expo come il Pd, la Cgil o l’università (qui l’elenco al 30 marzo dei “rivenditori ufficiali)

Ecco le modalità secondo il sito ufficiale Expo (questo il link):

“I Rivenditori Autorizzati, in Europa e nel mondo, che abbiano sottoscritto regolare contratto di distribuzione, potranno rivendere il biglietto speciale previsto da Expo per le scuole, senza esclusiva e con l’obbligo di abbinare il biglietto a servizi e prodotti a valore aggiunto rispetto al solo biglietto per entrare nell’Esposizione Universale (in modalità bundling)”.

Vendere dunque una tessera del partito insieme a un biglietto Expo è dunque un “obbligo” se si vuole sponsorizzare l’Expo. Nella neolingua Expo si tratta di un “servizio o prodotto a valore aggiunto”. Tecnicamente questo si chiama Product Bundling e consiste nel proporre la vendita combinata di più prodotti.

Ad esempio, l’industria musicale vende dischi in vinile abbinata ai file digitali. Serve a fidelizzare il consumatore. E i consumatori dell’evento possono essere anche i giovani under 30 neo-iscritti al Pd.

Nutrire il marketing, energia per il Pd?
Leggendo il contratto rivendita biglietto Expo 2015 (25 pagine) emerge una contraddizione tra la reazione ufficiale del partito su facebook e le parole di Bussolati. La prima sostiene che il Pd milanese è un “rivenditore autorizzato”. Le seconde sostengono invece che sia un “sub-seller”. La distinzione è chiara leggendo il contratto. Il rivenditore autorizzato è legittimato a “promuovere, vendere e distribuire i biglietti”.

Il sub-seller, o meglio “Sub-distributore” viene individuato dal rivenditore autorizzato. Nell’elenco ufficiale dei rivenditori (fermo al 30 marzo) il Pd non c’è. Quindi si propende per la spiegazione di Bussolati.

La differenza? Nel primo caso il Pd, sponsor di Expo per scelta di marketing, potrebbe affidare a terzi (sezioni, associazioni) una quota dei 200 biglietti, se approvato da Expo. Nell’ipotesi di Bussolati, invece, la vendita a terzi è proibita. In ogni caso il Pd usa il marchio Expo per fare pubblicità alla sua legittima attività di reperimento fondi e iscritti. Si tratta di un caso di commercializzazione.

Il contrario dell‘ambush marketing (il marketing di imboscata), proibito a norma di contratto dall’Expo. Il caso di scuola per i grandi eventi è stato quello dell’Olimpiade di Londra del 2012. Li Ning, ex atleta e presidente di un’omonima società produttrice di abbigliamento sportivo, concorrente di alcuni sponsor ufficiali, accese il braciere olimpico associando gratuitamente la propria immagine – e quella della sua società – alla manifestazione. Le sue azioni registrarono un incremento di valore del 5% sulla borsa di Hong Kong.

Bussolati, più modestamente, si attende 200 scritti in più tra i giovani milanesi. E cerca di farlo secondo le regole del marketing stabilite da Expo.

Quali “prodotti” hanno concordato sindacati e università con Expo?
In ogni caso il Pd, a norma di contratto, si è impegnato con Expo ad offrire un “pacchetto di prodotti e servizi” insieme al biglietto scontato. In questo caso, è lo sconto sulla tessera agli under 30. Nel caso delle Coop (rivenditrici ufficiali Expo) ai soci viene riservato uno sconto del 30% sui biglietti. In questa ottica quali prodotti e servizi hanno concordato i sindacati e le università nel piano marketing di Expo?

*** Ps. Per sindacati, scuole, associazioni interessate a diventare gadget viventi del grande evento, scrivere a ticket.resales@expo2015.org. Da non confondere con l’indirizzo del partito brand expo2015@pdmilano.org.

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