Pd, i renziani si fanno in due Ma Martina offre un accordo
Democrack/Primarie Pd Guerini e Lotti trattano con il segretario uscente, Giachetti e Ascani si candidano, raccolta lampo delle firme, oggi il termine
Democrack/Primarie Pd Guerini e Lotti trattano con il segretario uscente, Giachetti e Ascani si candidano, raccolta lampo delle firme, oggi il termine
Alla fine della giornata Nicola Zingaretti è soddisfatto. Dalla lunga riunione nella sala Berlinguer, alla camera, la corrente renziana esce spaccata. In due, forse tre aree. Ma il grosso degli eletti, ben 92, è pronto a transumare nella mozione di Maurizio Martina grazie alla capacità di trattativa di Lorenzo Guerini e Luca Lotti. L’accordo non è ancora perfezionato, ma di fatto è già chiuso. Da questa parte si schierano le colonne del renzismo: Rosato, Marcucci, Morani, Giacomelli, Fiano, Malpezzi.
COSÌ IL SEGRETARIO uscente diventa il favorito nel congresso dei circoli. Martina, ancora una volta beneficiato dal caos del suo partito, porta a casa il risultato: «Chi ha idee è benvenuto, chi vuole fare polemiche sterili guardando al passato no».
MA ALLE PRIMARIE APERTE c’è il rischio dell’effetto boomerang, «l’effetto referendum». Zingaretti diventa il candidato anti-Renzi quasi suo malgrado. I suoi già soffiano sullo scontro diretto: «Tutti contro Zingaretti? Semmai i renziani contro Zingaretti»,«È chiaro che la candidatura di Martina con Lotti, Guerini, Rosato, Marcucci e via dicendo diventa ancora di più in continuità con Renzi. Già c’erano Delrio e Richetti…. Di conseguenza, è chiaro che il candidato del cambiamento è uno solo, Nicola. Per noi questo diventerà uno degli asset della campagna congressuale».
NEL CORSO DELLA SOFFERTA assemblea le posizioni sono diverse. Gli interventi pro Martina prevalgono, venti dei venticinque. Stefano Ceccanti, dell’area liberal, propone di cercare un candidato autonomo. È in minoranza. Ma l’idea è raccolta da Roberto Giachetti e Anna Ascani che annunciano sui social una raccolta lampo delle firme necessarie. Non ne servono molte: il 10% dell’assemblea o 1.500/2.000 di militanti distribuiti in 5 regioni. A questo punto Ceccanti e i liberal «riflettono» e si avviano anche loro verso lo schieramento di Martina.
PER ZINGARETTI la corsa del duo è una benedizione: sottrae voti a Martina. Tant’è che Antonello Giacomelli, incrociando in Transatlantico Dario Franceschini, ci scherza: «Potreste prestargliele voi, le firme». E Andrea Orlando ai colleghi renziani: «Qualsiasi cosa facciate aiuta la nostra causa».
LA DIFFERENZA fra chi si schiera con Martina e chi con il tandem in teoria sarebbe profonda. I primi, esasperati dai continui sbalzi di umore di Renzi, escludono di uscire dal partito; i secondi l’hanno di fatto già annunciato a novembre a Salsomaggiore. I primi sono pronti a contarsi in una lista, certi di vincere e tornare al governo del Pd (restarci in realtà). Spiegano: «Una vittoria ai circoli per Martina aprirebbe le porte del Nazareno. Non è mai successo che chi vince tra gli iscritti poi perda alle primarie». Se anche vincesse Zingaretti, un segretario in minoranza fra gli iscritti sarebbe un segretario debole. Ma la verità è che la vittoria di Zingaretti sarebbe un «tana libera tutti» per gli uni e per gli altri.
INTANTO IL PRESIDENTE. incassato anche l’appoggio di Cesare Damiano che ritira la sua candidatura, può presentarsi come l’uomo della derenzizzazione, nonostante l’appoggio di Gentiloni e Franceschini. Una lettura che Graziano Delrio, schierato con Martina, quasi avalla a Otto e mezzo (La7): «Una differenza con Zingaretti è l’analisi delle cause della sconfitta: lui pensa che sia dovuta all’azione di governo, io credo che questo sia vero solo in parte».
DA PORTA A PORTA Renzi è sempre più liquidatorio verso il suo quasi ex partito: «Fare opposizione è stare sui contenuti. Non mettersi a dire: ’il Piddì, il Piddò». L’ex leader nega di nuovo di voler fare un suo partito, ma intanto lavora alla road map: a fine gennaio lancio dei comitati, di una webtv collegata e tour per il paese a presentare il suo nuovo libro-manifesto.
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