Pd e M5S, allarme Molise. Il campo largo si restringe
Centrosinistra Le opposizioni fanno i conti col test delle regionali e guardano alle europee. Ma sul salario minimo Azione, Pd, M5S, Si e Verdi sono vicini a una proposta comune
Centrosinistra Le opposizioni fanno i conti col test delle regionali e guardano alle europee. Ma sul salario minimo Azione, Pd, M5S, Si e Verdi sono vicini a una proposta comune
Il campo largo in Molise si è ristretto parecchio, soprattutto a causa del risultato non esaltante del Movimento 5 Stelle. Le ragioni della sconfitta della coalizione si ripercuotono immediatamente sulla scena nazionale. L’immagine al caffè con Giuseppe Conte, Elly Schlein e Nicola Fratoianni serviva a rilanciare l’intesa e ora rischia di ritorcersi contro i tre leader.
DA VIA CAMPO MARZIO, quartier generale del M5S, nessun vuole commentare. In Molise il M5S rastrellava il 30% dei voti, e si sentiva tanto sicuro da contribuire ad approvare una legge elettorale con sbarramento al 5%. Adesso supera di poco quella soglia. I 5 Stelle sono in mezzo al guado, sul rapporto con le origini e nel tentativo di trovare presenza sui territori, ed è testimoniato dalle parole del candidato alla presidenza di provenienza pentastellata Roberto Gravina. «I numeri ci consegnano una regione disamorata della politica – sostiene – Ciò deve far riflettere tutte le forze in campo, incentreremo il nostro impegno proprio sul recupero del rapporto tra politica e cittadinanza».
DOPO DI LUI si è espresso Davide Baruffi, responsabile enti locali del Partito democratico: «Il Pd ha corso per provare a vincere – dice Baruffi – Lo ha fatto con generosità sostenendo la candidatura di Gravina perché ritenuta la più competitiva, ma anche ricercando il massimo del coinvolgimento e di allargamento della coalizione». Poi, la stoccata proprio al M5S e al risultato deludente: «Ciò ha pagato per il Pd, ma altrettanto non si può dire per il resto delle liste al nostro fianco cui va comunque un sincero ringraziamento».
DUNQUE IL M5S deve elaborare l’ennesima sconfitta alle amministrative, in un territorio sul quale Conte si è speso in prima persona. E deve fare i conti con la conferma in appello della condanna a diciotto mesi per Chiara Appendino per i fatti di piazza San Carlo del 2017 durante la finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid. Appendino è diventata deputata nonostante la condanna in primo grado. Ed è una delle figure, per di più con blasone di amministratrice, sulle quali il nuovo corso punta per accreditarsi sui territori. Problema in più per Conte, ma non che il Pd non abbia grattacapi. La sconfitta molisana proietta un’ombra funesta sulle prossime regionali. Tra due anni tocca alla Toscana, che a questo punto assume un significato decisivo. E proprio il presidente della Toscana Eugenio Giani, eletto tre anni fa col sostegno dei renziani, parla del voto dell’altro giorno come di un «ulteriore, grande campanello d’allarme per il Pd». «È una sconfitta chiara, è lo stimolo perché il Pd ripensi a una linea più coinvolgente che porti a coalizione larghe che comprendano l’area moderata che guarda a sinistra con quelle che poi sono le varie espressioni di una coalizione come quella vista in Molise». Il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli accoglie con soddisfazione il risultato della lista Alleanza Verdi Sinistra, che per pochi voti non ha oltrepassato la tagliola dello sbarramento. Poi ragiona sulle sorti della coalizione. «È evidente che c’è un problema nel centrosinistra – prosegue – ovvero che il centrosinistra non esiste e questo viene percepito dagli elettori e dalle elettrici, che non sanno qual è la proposta politica e programmatica».
IN TUTTO CIÒ, tuttavia, sarà alle europee, tra dodici mesi, che si determineranno i nuovi equilibri e si misureranno le strategie. Bonelli è propone «un’alleanza per il clima, democrazia e diritti, che partendo dall’esperienza di Alleanza Verdi Sinistra sappia aggregare nuove forze politiche, sociali e associative per costruire un punto di riferimento coerente, autorevole ed europeista che faccia fronte al forte disorientamento che si registra nel paese». Schlein, invece, da ieri sera è a Bruxelles per partecipare al summit dei socialisti europei in preparazione del Consiglio europeo.
LA NOTIZIA, di questi tempi abbastanza clamorosa, è che per una volta le opposizioni, con l’eccezione non clamorosa di Italia Viva, si dicono vicine a muoversi insieme su una questione chiave come il salario minimo. Ieri si è riunito il tavolo al quale partecipano calendiani, Pd, M5S, Sinistra italiana e Verdi. Sensazioni fiduciose: «Già in settimana potremmo riuscire ad annunciare una proposta comune».
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