Politica

Pd, a Napoli dallo scontro allo stallo

Pd, a Napoli dallo scontro allo stalloIl presidente del Pd Matteo Orfini e Lorenzo Guerini

Le tensioni continue tra ex Ds ed ex Margherita fanno saltare il congresso cittadino. Ricorsi, poi arriva un altro commissario. Dell'area Letta

Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 30 settembre 2017

Il congresso provinciale del Pd a Napoli si fa anche se slitta di una decina di giorni e Roma manderà un garante, il lottiano di ferro Alberto Losacco. Questa la mediazione decisa al nazionale tra la maggioranza del partito in città, che riunisce gli ex Margherita, e la fronda degli ex Ds che avevano provato a bloccare le assise.

La partita era iniziata con il governatore campano, Vincenzo De Luca, nelle vesti di king maker per mettere in campo un candidato unitario, due le condizioni imposte: un nome di Salerno estraneo alla componente ex Margherita. La prova di forza ha determinato la rottura del patto e l’innesco di una reazione a catena. L’eurodeputato Andrea Cozzolino più i parlamentari Valeria Valente e Leonardo Impegno dell’area Orfini, i consiglieri regionali Antonio Marciano vicino a Maurizio Martina e Gianluca Daniele dell’area di Michele Emiliano (cioè l’asse dei Ds) hanno contestato le procedure del congresso: a Roma sono arrivati otto ricorsi contro l’assemblea che lunedì scorso ha nominato la commissione di garanzia. Volevano un commissario scelto dal presidente del partito Orfini e dal vicesegretario Martina. Ma pare sia stato proprio Matteo Renzi a imporre le vie ordinarie.
Così si sono mossi gli ex Margherita: i consiglieri regionali Lello Topo (referente di Lorenzo Guerini) e Mario Casillo (area Luca Lotti), l’ex senatrice Teresa Armato (su sponda Dario Franceschini) e la segretaria regionale e parlamentare Assunta Tartaglione, pure lei lottiana. Tartaglione ha concordato con il partito nazionale l’invio di Losacco come garante: «Qualcuno ha cercato di imporre le proprie posizioni utilizzando le regole a proprio uso e consumo. Losacco convocherà la Commissione provinciale per il congresso, allo scopo di assumere ogni atto necessario al naturale svolgimento delle procedure». Le candidature dovevano arrivare entro il 2 ottobre ma la data slitta al 13 e, salvo imprevisti, sarà un’elezione competitiva e non unitaria. Gli orlandiani sono pronti a schierare un loro candidato, gli ex Margherita sosterranno una figura esperta, anche non di area, per ricostruire il Pd a Napoli (precipitato all’11%) e giocarsi la partita del dopo de Magistris.

L’obiettivo è tenere fuori gli orfiniani. Non è stata digerita la candidatura imposta da Orfini di Valeria Valente alle comunali, un flop con tanto di inchiesta Listopoli che coinvolge il suo staff. Valente siede in parlamento e in consiglio comunale nonostante lo statuto del Pd imponga la decadenza da uno degli incarichi. La commissione di garanzia a Roma però non si riunisce per non dover decidere anche su Roberto Giachetti, nelle stessa situazione a Roma. In serata Orfini replica: «Basta infeudamenti di chi pensa a far crescere la propria area e non il partito. Casillo aveva chiesto le dimissioni di tutti dagli incarichi ma poi non è avvenuto». De Luca ora resta in silenzio anche perché il governo ad agosto gli ha bocciato la legge sugli abusi edilizi e ieri quella sulle cave.

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