Pd, a Napoli dallo scontro allo stallo
Le tensioni continue tra ex Ds ed ex Margherita fanno saltare il congresso cittadino. Ricorsi, poi arriva un altro commissario. Dell'area Letta
Le tensioni continue tra ex Ds ed ex Margherita fanno saltare il congresso cittadino. Ricorsi, poi arriva un altro commissario. Dell'area Letta
Il congresso provinciale del Pd a Napoli si fa anche se slitta di una decina di giorni e Roma manderà un garante, il lottiano di ferro Alberto Losacco. Questa la mediazione decisa al nazionale tra la maggioranza del partito in città, che riunisce gli ex Margherita, e la fronda degli ex Ds che avevano provato a bloccare le assise.
La partita era iniziata con il governatore campano, Vincenzo De Luca, nelle vesti di king maker per mettere in campo un candidato unitario, due le condizioni imposte: un nome di Salerno estraneo alla componente ex Margherita. La prova di forza ha determinato la rottura del patto e l’innesco di una reazione a catena. L’eurodeputato Andrea Cozzolino più i parlamentari Valeria Valente e Leonardo Impegno dell’area Orfini, i consiglieri regionali Antonio Marciano vicino a Maurizio Martina e Gianluca Daniele dell’area di Michele Emiliano (cioè l’asse dei Ds) hanno contestato le procedure del congresso: a Roma sono arrivati otto ricorsi contro l’assemblea che lunedì scorso ha nominato la commissione di garanzia. Volevano un commissario scelto dal presidente del partito Orfini e dal vicesegretario Martina. Ma pare sia stato proprio Matteo Renzi a imporre le vie ordinarie.
Così si sono mossi gli ex Margherita: i consiglieri regionali Lello Topo (referente di Lorenzo Guerini) e Mario Casillo (area Luca Lotti), l’ex senatrice Teresa Armato (su sponda Dario Franceschini) e la segretaria regionale e parlamentare Assunta Tartaglione, pure lei lottiana. Tartaglione ha concordato con il partito nazionale l’invio di Losacco come garante: «Qualcuno ha cercato di imporre le proprie posizioni utilizzando le regole a proprio uso e consumo. Losacco convocherà la Commissione provinciale per il congresso, allo scopo di assumere ogni atto necessario al naturale svolgimento delle procedure». Le candidature dovevano arrivare entro il 2 ottobre ma la data slitta al 13 e, salvo imprevisti, sarà un’elezione competitiva e non unitaria. Gli orlandiani sono pronti a schierare un loro candidato, gli ex Margherita sosterranno una figura esperta, anche non di area, per ricostruire il Pd a Napoli (precipitato all’11%) e giocarsi la partita del dopo de Magistris.
L’obiettivo è tenere fuori gli orfiniani. Non è stata digerita la candidatura imposta da Orfini di Valeria Valente alle comunali, un flop con tanto di inchiesta Listopoli che coinvolge il suo staff. Valente siede in parlamento e in consiglio comunale nonostante lo statuto del Pd imponga la decadenza da uno degli incarichi. La commissione di garanzia a Roma però non si riunisce per non dover decidere anche su Roberto Giachetti, nelle stessa situazione a Roma. In serata Orfini replica: «Basta infeudamenti di chi pensa a far crescere la propria area e non il partito. Casillo aveva chiesto le dimissioni di tutti dagli incarichi ma poi non è avvenuto». De Luca ora resta in silenzio anche perché il governo ad agosto gli ha bocciato la legge sugli abusi edilizi e ieri quella sulle cave.
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